In un mondo che cambia a passo veloce, le promesse di maggiore flessibilità si sono infrante su dati amari. Le nuove cifre dell’Inps raccontano una storia diversa da quella che ci si aspettava, e le donne, come sempre, sembrano pagare il prezzo più alto. Le pensioni anticipate meno convenienti per le donne sono ormai un tema caldo di cui è impossibile non parlare.
Immagina una sera, davanti a una tazza di tè, tre amiche si ritrovano a parlare di futuro. Giovanna è vicina ai 60 anni e pensava di lasciare il lavoro presto, Anna ha 58 anni e mille dubbi su quando potersi fermare, mentre Teresa, che ha lavorato a intermittenza per crescere i figli, sa già che il suo assegno sarà leggero. Nessuna di loro si sarebbe aspettata un panorama tanto complicato.
Oggi, chi sogna la pensione anticipata si scontra con una realtà fatta di limiti stringenti, opportunità ridotte e importi più bassi di quanto sperato. Il divario tra gli assegni degli uomini e quelli delle donne continua ad allargarsi, facendo emergere nuove disuguaglianze.
Chi pensava di andare in pensione anticipata vive una forte delusione. L’Inps ha reso noti i dati sui primi tre mesi del 2025: il numero di pensioni concesse prima dei 67 anni è crollato del 23% rispetto allo scorso anno. Misure come Opzione Donna e Ape Sociale sono ormai molto limitate.
Giovanna, che contava di lasciare il lavoro presto, ora deve scegliere se resistere ancora o accettare una pensione più bassa. Anna sente tutta l’incertezza di chi ha costruito una carriera solida ma non vuole sacrificare altri anni. Teresa, che ha avuto pause lavorative, si trova davanti a un assegno poco più che simbolico.
La stretta sulle uscite anticipate è frutto di scelte politiche: il Governo ha preferito blindare i conti pubblici, nonostante le promesse di superare la legge Fornero. Una pensione anticipata è ormai un privilegio per pochi.
Mentre andare in pensione anticipata diventa più difficile, la forbice tra uomini e donne si allarga. Nei primi mesi del 2025, un pensionato ha ricevuto in media 1.486 euro, contro i soli 1.011 euro di una pensionata. Una differenza di oltre 450 euro che pesa.
Il gap, superiore al 30%, è frutto di carriere discontinue e lavori meno pagati, una realtà che colpisce soprattutto le donne. Giovanna forse riuscirà a contenere le perdite, ma per Anna e Teresa la realtà è dura: pensioni basse e poche certezze.
Nonostante piccoli aumenti medi, il senso di ingiustizia rimane. E viene da chiedersi: è giusto che chi ha dato tanto si ritrovi a dover tirare la cinghia proprio quando dovrebbe vivere una stagione di serenità?
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