Permessi Legge 104, ci sono due importanti aspetti da approfondire. L’assenza legittima e le conseguenze di abusi dell’agevolazione.
La Legge 104 agevola disabili e caregiver ma a condizione che vengano rispettate le regole disciplinanti le varie misure previste dalla normativa. Chi viola le direttive rischia conseguenze economiche e non solo.

Lo Stato aiuta le persone con disabilità e i familiari che se ne prendono cura con la Legge 104. Definisce una serie di misure assistenziali che hanno l’obiettivo di ridurre gli ostacoli incontrati quotidianamente sia nella vita privata che lavoratori. Dalle detrazioni per figli con disabilità all’IVA agevolata al 4%, dalla detrazione del 19% per l’acquisto di un veicolo oppure di strumenti informatici e tecnologici all’esenzione dal pagamento del bollo auto.
Sul lavoro rivestono un ruolo importante il congedo straordinario della durata di 24 mesi (richiedibile solo in caso di convivenza tra caregiver e disabile) e i permessi retribuiti di tre giorni al mese e coperti da contribuzione figurativa. I permessi 104 consentono al lavoratore di assentarsi dal posto di lavoro continuando a percepire la retribuzione e senza correre il rischio di licenziamento. In realtà a causa di un permesso si può essere licenziati ma solo se non si rispettano le direttive normative. Queste sono state spesso oggetto di discussione presso la Corte di Cassazione.
Legge 104, cosa sapere sui permessi di tre giorni
Il lavoratore caregiver ha diritto a tre giorni di permesso al mese per assistere il familiare con disabilità grave (Legge 104 articolo 3 comma 3). Assistenza è la parola chiave per evitare il licenziamento. Se il dipendente durante l’assenza dal posto di lavoro non si occupa del disabile o lo assiste solo per poche ore allora il datore di lavoro accertato l’abuso dei permessi ha la facoltà di licenziarlo.

Lo ha ribadito la Cassazione con la sentenza numero 5948. Brevi incontri e la mancanza di un’assistenza concreta al soggetto disabile possono portare al licenziamento. Vale anche se il permesso è richiesto per assistere un familiare ricoverato in una RSA che fornisce assistenza continua 24 ore su 24 da parte del personale qualificato. La domanda di agevolazione è vista come un abuso perché il disabile ha già tutta l’assistenza necessaria.
Nell’ordinanza 5611/2025, invece, la Corte di Cassazione ha sottolineato come un dipendente non possa essere licenziato per aver fruito dei permessi Legge 104 senza comunicare al datore di lavoro le motivazioni legate alla richiesta. L’assenza di comunicazione non rende ingiustificabile l’astensione dal lavoro. Il datore potrebbe al massimo contestare la mancanza ma non potrà obiettare nulla con riferimento all’utilizzo del permesso 104.