Recordati chiude il 2024 con numeri in forte crescita e una strategia chiara sul fronte delle malattie rare. Nonostante questo, il titolo scambia sotto le medie mobili e resta lontano dai massimi. Gli analisti vedono un potenziale di rialzo fino al 13%, supportato da fondamentali solidi e dividendi costanti nel tempo.
Ci sono aziende che passano quasi inosservate, ma che continuano a macinare risultati. Silenziose, costanti, poco esposte al rumore dei mercati. Recordati rientra perfettamente in questa categoria: una realtà farmaceutica italiana che, senza clamore, ha costruito negli anni una solida reputazione sia per la qualità della gestione che per la tenuta dei numeri.

Eppure, guardando l’andamento in Borsa, qualcosa non torna. Il titolo è ben lontano dai massimi toccati a inizio 2023 e continua a muoversi sotto le medie mobili più significative. Una divergenza tra fondamentali e prezzo che solleva più di una domanda tra gli investitori attenti. In questo scenario, entrano in gioco parole chiave come dividendi sostenibili, margini elevati e potenziale di crescita sottovalutato, che meritano uno sguardo più approfondito.
Risultati solidi e crescita sostenibile, trainata dalle malattie rare
Nel 2024, la società ha chiuso l’anno con ricavi pari a 2.341,6 milioni €, in crescita del 12,4% rispetto al 2023. L’EBITDA ha raggiunto 865,8 milioni €, con un margine del 37%, mentre l’utile netto rettificato si è attestato a 568,9 milioni €, in aumento dell’8,4%. La divisione dedicata alle malattie rare ha registrato ricavi per 833,9 milioni €(+16,7%), grazie alla spinta di farmaci come Isturisa®, Signifor®, Qarziba® e Sylvant®, a cui si è aggiunto Enjaymo®, acquisito da Sanofi a fine anno. I ricavi della divisione Specialty & Primary Care, invece, si sono attestati a 1.449,2 milioni €, con un incremento del 10,3% grazie alla buona performance della linea cardiovascolare e dei prodotti urologici, confermando una crescita bilanciata tra aree terapeutiche core e innovazione specialistica.

La società ha continuato a investire anche nella propria rete commerciale e nelle attività di R&D, mantenendo elevati livelli di efficienza operativa. I risultati ottenuti derivano anche da una presenza internazionale in continua espansione, con performance particolarmente brillanti nei mercati dell’Europa orientale e dell’America Latina. La gestione finanziaria si conferma solida: ROE al 23,38%, margine operativo al 30,52%, rapporto debito/patrimonio netto sotto controllo, e una generazione di cassa che sostiene la strategia di crescita anche per linee esterne. Il completamento di acquisizioni mirate e la continua valorizzazione del portafoglio brevetti rendono Recordati una realtà ben posizionata nel medio-lungo periodo, soprattutto per gli investitori attenti alla qualità e alla resilienza dei business model.
Valutazioni di mercato e scenario tecnico
Nonostante le performance, Recordati scambia intorno a 48,36 €, ben al di sotto della media mobile a 50 giorni (53,25 €) e della 200 giorni (52,37 €), in un contesto tecnico debole. Tuttavia, le raccomandazioni degli analisti restano ottimiste: secondo SoldiOnline.it, negli ultimi tre mesi Equita SIM ha mantenuto “Hold” con target a 49 €,Mediobanca “Neutral” con target a 50 €, mentre Intesa Sanpaolo e Kepler Cheuvreux puntano su un “Buy” con target rispettivamente a 53 € e 55 €. Il prezzo obiettivo medio è pari a 51,75 €, con un potenziale di crescita del +7% e un massimo stimato del +13%.
Dal punto di vista della remunerazione, la società conferma la propria affidabilità: il dividendo atteso per il 2025 è di 1,20 € per azione, con un rendimento del 2,48%. Negli ultimi cinque anni Recordati ha sempre distribuito dividendi, mantenendo una media del 2,40% e un payout ratio del 61,75%. Numeri che consolidano la reputazione del titolo come scelta difensiva e regolare. Gli occhi ora sono puntati sulla presentazione del piano triennale il 29 aprile 2025, appuntamento chiave per capire se e quando il mercato tornerà ad accorgersi del vero valore di Recordati.