Obbligazioni in valuta estera al 10%: il guadagno è solo apparente, la trappola è reale

Un investimento che promette rendimenti da sogno può sembrare una scorciatoia verso il successo finanziario. Ma se il guadagno è espresso in una valuta che si svaluta anno dopo anno, allora quello che sembra un affare potrebbe rivelarsi una perdita mascherata. La vera insidia non è nel titolo, ma in ciò che lo circonda.

Giovanni ha fiutato un’occasione che a molti farebbe brillare gli occhi: un’obbligazione sudafricana con un tasso dell’8,5%, rendimento netto che supera il 10% e un prezzo sotto la pari: South Africa Tf 8,5% Ge37 Zar. Ora attrarverso Giovanni andiamo a studiare un caso interessante concentrandoci soltanto sull'”effetto valuta” e non sull'”effetto emittente”.

Persona che scrive al pc
Obbligazioni in valuta estera al 10%: il guadagno è solo apparente, la trappola è reale-crypto.it

Dodici anni di attesa, certo, ma con numeri così alti, la pazienza sembra ben ripagata. In un contesto dove i BTP offrono poco più del 3%, è comprensibile che un investitore attento possa lasciarsi tentare. Eppure, Giovanni ha deciso di non fermarsi alla prima impressione. Invece di lasciarsi guidare solo dall’alto rendimento, ha voluto capire cosa c’era dietro.

La risposta? Sta nel cambio valutario. Perché, anche se la cedola è allettante, è in rand sudafricani, non in euro. E qui nasce il vero problema.

Quando la valuta svanisce, il rendimento non basta più

Facciamo un esempio concreto: immaginiamo di investire 100.000 euro oggi in questa obbligazione, acquistandola al prezzo di 81,17. Significa che con quel capitale compreremmo più titoli rispetto al valore nominale, e questo amplifica il rendimento. La cedola annuale è dell’8,5% calcolata sul valore nominale, quindi ogni anno incasseremmo 8.500 euro. In dodici anni, si tratterebbe di 102.000 euro solo in interessi, a cui si aggiunge il rimborso finale a 100, cioè il recupero di 100.000 euro nominali. In tutto, a scadenza, si riceverebbero circa 202.000 euro lordi contro un esborso iniziale di 100.000 euro: un rendimento notevole, più che raddoppiato.

Banconote in rand
Quando la valuta svanisce, il rendimento non basta più-crypto.it

Ma questa è la versione “ideale”, quella che considera il mondo in euro. Eppure, questo titolo è in una valuta estera, e tutto quello che viene incassato, cedole e rimborso, è espresso in una moneta che non è la nostra. E qui nasce il punto chiave. Se quella valuta perde valore durante i 12 anni dell’investimento, allora quei 202.000 euro teorici si riducono al momento della conversione, anche drasticamente.

Guardando i dati storici, Giovanni ha scoperto qualcosa che cambia tutto. Nel 2006, servivano 7,50 rand per un euro. Oggi, siamo a oltre 21. Questo significa che in meno di vent’anni, il rand si è svalutato di circa il 72%. Anche negli ultimi dodici anni, proprio il periodo dell’obbligazione, il trend non è cambiato: da 11,16 nel 2013 a 21,34 nel 2025.

Quindi, guardando a quanto successo negli ultimi dodici anni, chi nel 2013 ha investito in obbligazioni simili, convertendo 100.000 euro in valuta estera, oggi si troverebbe con un valore reale ben diverso. In quel periodo, la valuta si è svalutata in modo graduale ma continuo. Il risultato? Al momento del cambio, il controvalore in euro è sceso a poco più della metà. E questo nonostante l’investimento fosse andato a buon fine, le cedole fossero state pagate e il capitale rimborsato per intero.

Questo tipo di rischio è spesso sottovalutato. Si pensa che basti un buon rendimento per dormire sonni tranquilli. Ma il rischio cambio è subdolo: non si manifesta con un crollo immediato, ma con una lenta erosione del valore. E quando ci si accorge, è troppo tardi per intervenire.

Anche un titolo che sembra perfetto può nascondere una trappola, non nel contenuto, ma nel contenitore. Se la moneta in cui incassi perde forza, anche il miglior rendimento può svanire in un attimo.

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