L’Europa rischia una crisi finanziaria legata alle criptovalute? La BCE lancia l’allarme: le leggi attuali non bastano a proteggere il mercato europeo dall’impatto di politiche pro-cripto negli Stati Uniti, in particolare sotto la presidenza Trump.
Può una decisione presa a Washington scuotere i mercati europei? La risposta, secondo la Banca Centrale Europea, è un sì sempre più forte. Nell’attuale scenario globale, le politiche economiche e finanziarie di una superpotenza possono generare onde d’urto ben oltre i propri confini. Ed è proprio questo il timore della BCE, che vede nella posizione pro-cripto dell’amministrazione Trump una minaccia concreta alla stabilità finanziaria dell’Unione Europea. Ma perché proprio ora? E cosa c’entra la regolamentazione europea sulle criptovalute?

Mentre il mercato digitale cresce, le istituzioni si interrogano sulla loro capacità di tenere il passo e garantire sicurezza. La preoccupazione non nasce solo da eventi futuri, ma da un contesto in cui le criptovalute stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale nei mercati globali, alimentati da politiche favorevoli che potrebbero mettere in discussione l’autonomia finanziaria dell’Europa. Non si tratta più solo di tecnologia, ma di geopolitica economica, in cui il peso del dollaro e l’innovazione cripto diventano leve di potere globale.
L’allarme della BCE: MiCA non basta contro l’onda cripto USA
In un recente report, la Banca Centrale Europea ha espresso forti dubbi sull’efficacia del regolamento MiCA(Markets in Crypto-Assets) nel proteggere l’Europa da potenziali rischi legati alla crescente influenza delle criptovalute statunitensi. Secondo quanto riportato da Politico, la BCE teme che la politica favorevole alle criptopromossa dall’amministrazione Trump possa portare a una contaminazione finanziaria nell’UE.
Il nodo principale riguarda gli stablecoin, in particolare quelli ancorati al dollaro. La BCE considera pericoloso il modello di multi-emissione, dove emittenti europei collaborano con entità non europee. Questo potrebbe facilitare l’ingresso massiccio di stablecoin denominati in dollari nei mercati europei, minando la sovranità finanziaria dell’eurozona e aumentando i rischi di liquidità per le banche.

Secondo Crypto.News, la BCE chiede una revisione del quadro normativo, temendo che le leggi attuali siano troppo permissive e inadatte a fronteggiare l’eventuale ondata di prodotti cripto provenienti dagli Stati Uniti.
L’euro digitale come risposta: la strategia della BCE
Di fronte a questi rischi, la BCE sta accelerando i lavori per l’introduzione di un euro digitale, considerato uno strumento fondamentale per mantenere la rilevanza del sistema bancario europeo. Come dichiarato da Piero Cipollone, membro del consiglio BCE, una moneta digitale europea potrebbe offrire un’alternativa stabile e sicura agli stablecoinstranieri, riducendo la dipendenza da valute come il dollaro.
Tuttavia, la Commissione Europea ha preso le distanze dalle preoccupazioni della BCE. Secondo quanto riportato da Cointelegraph, la Commissione ritiene il regolamento MiCA sufficientemente robusto e capace di affrontare i rischi senza bisogno di ulteriori restrizioni.
La questione mette in evidenza un divario crescente tra chi vede nelle criptovalute un’opportunità di sviluppo economico e chi le considera una minaccia alla stabilità. Con l’eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca e la sua nota apertura verso il settore cripto, il confronto tra le due sponde dell’Atlantico si fa più acceso. La capacità dell’Europa di proteggersi dipenderà dalla rapidità con cui saprà adattare le proprie regole a un contesto globale in continua evoluzione.