Tassi in calo: Andrea ha investito prima che fosse troppo tardi. Ecco dove ha messo i suoi soldi e perché potrebbe aver fatto la scelta giusta.

Con la recente decisione della Bce di abbassare il tasso sui depositi al 2,25%, in molti si stanno chiedendo come proteggere i propri risparmi. Andrea, invece, si è già mosso. Ha puntato su un investimento pensato per il medio-lungo periodo, cercando stabilità e rendimento costante. Ma la vera domanda è: cosa potrebbe accadere se i tassi scendessero ancora nei prossimi mesi?

In un contesto che cambia velocemente, scegliere l’opzione giusta oggi può fare la differenza tra lasciar fermi i soldi e farli davvero fruttare.
E proprio partendo da questa riflessione, Andrea ha valutato due alternative molto diverse tra loro, entrambe sicure ma con caratteristiche opposte.

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Tassi in calo: Andrea ha investito prima che fosse troppo tardi-crypto.it

Non è sempre facile decidere come investire quando l’economia è incerta. Andrea ha preso sul serio la notizia del taglio dei tassi da parte della Bce. Una riduzione dallo 2,5% al 2,25% può sembrare piccola, ma per chi guarda al futuro con attenzione, è un segnale forte. Quindi, ha pensato che i tassi potrebbero scendere ancora e ha scelto di agire subito, investendo in un prodotto che potesse garantirgli un rendimento costante nel tempo. Il suo obiettivo era chiaro: ottenere di più di quello che un conto corrente può offrire oggi, ma senza rinunciare alla sicurezza.

Tassi in calo: Buono 3×4: prudente, ma non troppo

Uno dei prodotti che Andrea ha considerato è stato il Buono 3×4, emesso dallo Stato. Ha una durata di 12 anni e prevede rendimento lordo annuo del 3%, con interessi pagati dopo 3, 6 e 9 anni. Un vantaggio è che, dopo tre anni, si può chiedere il rimborso con tanto di interessi maturati fino a quel momento. Per chi ha pazienza e vuole stabilità, è una soluzione da tenere in considerazione.

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Tassi in calo: Buono 3×4: prudente, ma non troppo-crypto.it

Con 100.000 euro, si arriva a 137.254 euro lordi in 12 anni. È un investimento che privilegia la continuità e la semplicità, ma non offre flussi annuali e richiede di restare investiti a lungo per ottenere il massimo.

BTP 2038: flusso regolare e guadagni netti

Andrea ha però guardato anche altrove. Il BTP con scadenza 01/03/2038 paga una cedola annuale netta del 3,48%, garantita dallo Stato. Ogni anno, per 13 anni, riceverebbe più di 3.200 euro netti, con lo stesso trattamento fiscale del Buono (12,5%). Un vantaggio importante è la liquidità: il BTP può essere venduto in qualsiasi momento sul mercato, e se i tassi continueranno a calare, il suo valore potrebbe addirittura salire.
Con un investimento di 100.000 euro, Andrea avrebbe un flusso prevedibile ogni anno e il rimborso del capitale alla scadenza. Per chi guarda lontano, è un’opportunità concreta.

Andrea ha scelto il BTP, perché gli garantisce stabilità, rendimento costante e possibilità di vendere in anticipo, se le condizioni di mercato diventassero favorevoli. In un momento in cui i tassi scendono e l’inflazione resta una minaccia, puntare su rendimenti certi e statali può essere una scelta da non sottovalutare. Tu cosa faresti, se fossi al suo posto?

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