Magari ti è già successo di ricevere una cartella, ignorarla, e poi dimenticartene. E se ti dicessi che basta un piccolo sollecito non gestito in tempo per ritrovarti con il conto bloccato o lo stipendio pignorato?
Sembra assurdo, ma accade più spesso di quanto si creda. E riguarda migliaia di persone ogni anno, per somme che a volte non superano nemmeno il costo di una bolletta dimenticata.

Spesso si pensa che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) si muova solo su grandi importi. Ma la realtà è diversa. Molti cittadini finiscono coinvolti in procedimenti di riscossione per cifre contenute. Anche un debito sotto i 1.000 euro può innescare un’azione legale, ma con una regola importante: prima di procedere, l’AdER deve inviare un sollecito di pagamento. Questo documento apre una finestra di 120 giorni, durante i quali il contribuente può saldare il debito ed evitare conseguenze peggiori.
Cosa succede quando quel piccolo debito viene ignorato
Martina, 32 anni, insegnante precaria, si trova con una cartella esattoriale da 842 euro per contributi non versati. Sottovaluta la questione e ignora il sollecito arrivato via PEC. Quando decide di occuparsene, il suo conto corrente è già stato bloccato. Una svista le è costata molto più del debito stesso.

Un caso simile è quello di Luca, artigiano 45enne, che dimentica un vecchio bollo auto. La somma è di 614 euro. Riceve il sollecito, ma decide di pagare “dopo le ferie”. Il tempo scade, e scatta il pignoramento di un quinto dello stipendio. Con una semplice attenzione in più, avrebbe evitato l’intero procedimento.
Anche se l’importo è inferiore a 1.000 euro, l’AdER non dimentica. La legge prevede una tutela per il contribuente, ma una volta superato il termine dei 120 giorni, ogni ritardo può diventare un problema.
Perché non è solo questione di soldi, ma di tempismo
Molti ignorano che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha accesso diretto a molte informazioni patrimoniali. Basta una scadenza mancata per far partire un blocco sul conto, un prelievo forzoso o il pignoramento della pensione. La giovane Sara, studentessa universitaria, ha vissuto tutto questo per una multa da 970 euro mai pagata. Il sollecito era arrivato mentre era all’estero, ma nessuno lo aveva aperto. Quando è tornata, il danno era già fatto.
Non è sempre necessario avere un commercialista: anche solo consultando il portale dell’AdER si può monitorare la propria posizione, verificare la scadenza del sollecito, capire come agire. Quello che conta davvero è non sottovalutare i segnali.
A volte, la differenza tra una semplice cartella e un pignoramento è fatta solo da 120 giorni. E in quei quattro mesi, l’attenzione fa la differenza. Quanto può costarti dimenticare una lettera?
Come monitorare la propria posizione?
Più semplice di quanto sembri, e farlo può davvero evitare problemi seri. Ecco come funziona in pratica:
Puoi accedere direttamente al portale ufficiale dell’AdER (www.agenziaentrateriscossione.gov.it) e usare il servizio chiamato “Area riservata”. Per entrare, ti serve uno di questi sistemi di identificazione digitale: SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) oppure CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
Una volta dentro, hai accesso a una serie di informazioni utili, tra cui:
- Cartelle esattoriali a tuo carico, con dettaglio degli importi, delle scadenze e dello stato dei pagamenti
- Solleciti inviati e relativi termini di pagamento
- Possibilità di richiedere una rateizzazione direttamente online
- Archivio delle comunicazioni ricevute, comprese quelle inviate via PEC o posta
Il portale è disponibile h24, e da lì puoi anche stampare i moduli F24 per pagare oppure usare il servizio di pagamento online con carta di credito, debito o altri sistemi.
Insomma, bastano pochi minuti per verificare se hai debiti in sospeso e quanto tempo ti resta per agire.