Un buyback da 10 milioni di azioni, un rating sovrano migliorato e una valutazione ancora bassa: Webuild torna al centro dell’interesse degli investitori. Ma cosa raccontano davvero i numeri e le ultime mosse del gruppo?
Negli ultimi giorni il titolo Webuild è tornato sotto i riflettori grazie a una serie di segnali che hanno riacceso l’interesse del mercato. Il gruppo italiano, attivo nel settore delle infrastrutture su scala globale, ha avviato un piano di buyback da 10 milioni di azioni proprie, con scadenza al 30 giugno 2025. Una mossa che punta a sostenere il valore del titolo e segnalare la fiducia del management nella solidità delle prospettive future.

La notizia, resa pubblica il 9 aprile, ha trovato terreno fertile anche nel contesto favorevole generato dall’upgrade del rating dell’Italia a BBB+ da parte di S&P Global Ratings, che ha migliorato il sentiment su tutto il comparto infrastrutturale nazionale. Il provvedimento rafforza ulteriormente la posizione strategica di Webuild, che potrebbe beneficiare anche dell’accelerazione degli investimenti pubblici legati al PNRR e all’effetto reputazionale positivo derivante da un maggiore merito creditizio del Paese.
Valutazione interessante e segnale tecnico misto
Sul piano della valutazione fondamentale, Webuild presenta multipli che lasciano spazio a un’interpretazione positiva. Il P/E a 12 mesi è pari a 15,26, in linea con il settore, ma supportato da un aumento degli utili del 26,1%nell’ultimo trimestre. L’EV/EBITDA a 2,45 e il Price/Sales di 0,24 suggeriscono che il titolo non è affatto sopravvalutato, anzi, si colloca tra le opzioni più interessanti per chi cerca valore nel settore. Con una crescita dei ricavi del 20,7% su base annua e un ROE del 10,96%, Webuild dimostra una buona efficienza nella gestione del capitale proprio.

Anche dal punto di vista tecnico la situazione è da monitorare. Il titolo quota al di sotto della media mobile a 50 giorni (3,16 €) ma sopra quella a 200 giorni (2,73 €), delineando un quadro di consolidamento. Questo livello intermedio può rappresentare una fase di accumulo per chi ha una visione di medio termine, in attesa di un eventuale breakout sopra i 3,20 €.
Giudizi positivi e dividendo prudente ma costante
Le raccomandazioni degli analisti confermano la fiducia del mercato. Secondo Soldionline.it, Equita SIM assegna un giudizio “Buy” con target a 3,70 €, Intesa Sanpaolo suggerisce “Add” con target a 3,60 €, mentre Banca Akrosindica “Accumulate” a 3,50 €. Più prudente Mediobanca, che assegna un “Neutral” con target a 3,20 €. Secondo i dati di Marketscreener, il prezzo obiettivo medio è di 3,55 €, con un potenziale di upside superiore al 19% rispetto ai livelli attuali.
Sul fronte della remunerazione degli azionisti, Webuild ha confermato per il 2025 un dividendo di 0,08 € per azione, che corrisponde a un rendimento atteso del 2,80%. Negli ultimi cinque anni, la società ha mantenuto un rendimento medio del dividendo del 3,37%, pur con un’interruzione nel 2020 legata alla pandemia. Il payout ratio attuale del 37,4% indica una distribuzione prudente ma sostenibile, coerente con l’elevato livello di investimenti tipico del settore. L’elevata liquidità in cassa (oltre 3,2 miliardi €) e una generazione operativa di oltre 1,1 miliardi € rafforzano ulteriormente la solidità finanziaria di un gruppo che, anche grazie al nuovo buyback, punta a valorizzare ulteriormente il proprio equity sul mercato.