Da oggi tenere il PIN con la carta non basta per perdere tutto

Basta un attimo di distrazione per trovarsi coinvolti in una situazione difficile da risolvere. E in certi casi, capire dove finisce la nostra responsabilità e dove inizia quella della banca non è così semplice. Ma qualcosa sta cambiando.

Una recente sentenza potrebbe segnare un punto di svolta per migliaia di persone. Forse non ci hai mai riflettuto davvero, ma quello che accade dopo il furto di una carta bancomat può dirla lunga su fiducia, sicurezza e diritti. E stavolta, le banche non possono più far finta di niente.

Furto in corso
Da oggi tenere il PIN con la carta non basta per perdere tutto-crypto.it

Mettiamo il caso che un giorno ti rubino il portafogli. Passano poche ore e ti accorgi che il tuo conto è stato svuotato. Ti rivolgi alla banca per avere spiegazioni e ti senti dire: “Lei ha custodito male il PIN”. È una frase che molti hanno già sentito, un’accusa che spesso arriva senza troppe verifiche. Ma la sentenza n. 22/2025 del Giudice di Pace di Rossano ha rimesso tutto in discussione. E potrebbe fare da apripista per tante altre situazioni simili.

Le banche non possono più tirarsi indietro così facilmente

Nel caso esaminato, una cliente ha subito prelievi fraudolenti dopo il furto della sua carta bancomat. La banca ha tentato di difendersi sostenendo che la donna avesse custodito il codice PIN insieme alla carta. Ma non ha portato alcuna prova concreta. Il giudice ha stabilito che, in assenza di elementi certi che dimostrino una negligenza grave, la responsabilità ricade sulla banca. Un principio importante, che rafforza l’idea che la sicurezza dei sistemi digitali non può essere scaricata tutta sull’utente.

Prelievo Bancomat
Le banche non possono più tirarsi indietro così facilmente-crypto.it

Il tribunale ha infatti ricordato che la banca ha l’obbligo di garantire l’affidabilità e la protezione delle operazioni elettroniche. Non è sufficiente accusare un cliente: servono riscontri chiari. Questo cambia l’equilibrio del rapporto banca-cliente, rendendo più trasparente la gestione dei contenziosi.

Quando il cliente non ha colpa: due esempi reali

Un primo caso riguarda una signora che ha subito un furto mentre faceva la spesa. Poco dopo, il suo conto era vuoto. La banca ha ipotizzato che il PIN fosse scritto in un bigliettino dentro la borsa. Ma senza prove. Nessuna telecamera, nessuna testimonianza. Il giudice ha quindi dato ragione alla cliente, ribadendo che la banca deve fornire elementi concreti per dimostrare la colpa dell’utente.

Un secondo episodio coinvolge un uomo che ha subito il furto dell’auto. I ladri hanno trovato il portafogli nel cruscotto e fatto sparire il denaro con la carta. Anche qui, la banca ha sostenuto che il PIN fosse conservato insieme alla carta. Ma anche in questo caso, mancavano prove. Il giudice ha sottolineato che la banca, in qualità di gestore del servizio, deve garantire un sistema sicuro, anche di fronte a possibili accessi illeciti.

Questi episodi insegnano che il cliente non deve sentirsi automaticamente colpevole, a meno che non ci sia dolo o colpa grave. E fanno pensare a quanti, in passato, hanno perso denaro per accuse non dimostrate. Ora, con questa sentenza, il vento potrebbe davvero cambiare.

Attenzione, facciamo una sintesi e un ultimo chiarimento

Se i prelievi non autorizzati avvengono prima che il cliente denunci il furto o blocchi la carta, la legge prevede una divisione della responsabilità tra banca e cliente. Secondo il Decreto Legislativo n. 11/2010, se il cliente ha custodito correttamente la carta e il PIN, ma non ha ancora segnalato il furto, può essere ritenuto responsabile fino a 50 euro. Tuttavia, se il cliente ha agito con grave negligenza, ad esempio lasciando il PIN nel portafoglio o aspettando giorni per fare la denuncia , la banca può non rimborsare nulla. I tribunali valutano caso per caso, considerando tempi di reazione, modalità di custodia e capacità della banca di intervenire rapidamente. In ogni situazione, bloccare immediatamente la carta e comunicare il furto è fondamentale per limitare i danni ed evitare di perdere l’intera somma sottratta.

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