Ci sono novità nel 2025 relative alle successioni e alle donazioni. Il Fisco ha specificato quali sono per aiutare i cittadini a non commettere errori.
La Circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 3/E del 16 aprile contiene la guida alle novità sulla successione e donazione nel 2025. Un tema molto importante per gli italiani che devono, quindi, approfondire la normativa di riferimento.

Iniziamo con il capire la differenza tra donazione e successione, fondamentale quando si intende procedere con una pianificazione patrimoniale. Viene definita successione l’operazione tramite la quale si trasferisce il patrimonio (sia crediti che debiti) di una persona deceduta agli eredi. La quota ereditaria spetta ai parenti più stretti ed è imprescindibile. Un padre, ad esempio, non può designare come erede un figlio escludendo del tutto un altro figlio. Questo ha diritto ad una quota legittima dell’eredità individuata dalla Legge.
La donazione, invece, viene compiuta in vita e prevede il trasferimento di un bene o del patrimonio ad un altro soggetto. Questa operazione, dunque, permette di trasferire in anticipo beni immobili o mobili ad un beneficiario. Tra i vantaggi la tassazione minima, la possibilità per il donante di controllare e gestire i proprio beni e la riduzione dei conflitti tra eredi. Queste le descrizioni generali dei due atti. Ora approfondiamo le novità introdotte nel 2025.
Cosa cambia nel 2025 per le donazioni e le successioni
Le disposizioni della riforma sono chiarite nella Circolare 3/E dell’Agenzia delle Entrate. Le novità puntano a semplificare e razionalizzare le pratiche nonché i trasferimenti patrimoniali a titolo gratuito. La prima novità è che oltre ai trasferimenti di beni e diritti per successione dovuta ad un decesso e alle donazioni diventano oggetto d’imposta anche i trasferimenti a titolo gratuito e quelle derivanti da trust o altri vincoli di destinazione.

Una seconda modifica riguarda l’introduzione dell’autoliquidazione d’imposta. Significa che i contribuenti dovranno in autonomia calcolare l’imposta da corrispondere tramite la dichiarazione di successione. Non ci sarà alcun intervento diretto del Fisco. Il contribuente dovrà poi procedere con l’invio telematico della dichiarazione entro 12 mesi dalla data di apertura della successione. Se così non fosse scatterà una sanzione del 120% dell’imposta liquidata.
Entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione, poi, bisognerà pagare l’imposta usando il corretto codice tributo di riferimento. Oltre i 20 mila euro è possibile chiedere una rateizzazione del pagamento. La riforma prevede anche l’esonero dal regime di solidarietà passiva per il versamento dell’imposta su successioni e donazioni per gli enti del terzo settore (ipotecaria e catastale).
Altre novità sono lo svincolo dei beni per gli eredi giovani under 26 prima della dichiarazione di successione e la riduzione delle aliquote di successione e donazioni per i trasferimenti tra coniugi e figli con soglia di esenzione più alta. Infine, la riforma ha abrogato il limite di 180 mila euro circa per le liberalità indirette e permesso la deducibilità dei debiti contratti dal defunto negli ultimi sei mesi di vita per mantenersi o per pagare spese mediche e chirurgiche.