Molti fanno l’ISEE pensando che conti solo il reddito, ma non è così. Se in famiglia c’è una persona con disabilità riconosciuta, può cambiare tutto. C’è una regola che applica una maggiorazione nascosta, spesso ignorata, che può abbassare sensibilmente l’ISEE.
Questo vale anche in presenza della Legge 104 o dell’invalidità civile, ma non sempre. Tutto dipende da come viene riconosciuta la condizione e da quali documenti presenti. Una semplice voce in più può fare la differenza tra ottenere un bonus o restarne esclusi.

C’è una cosa che pochi sanno: il calcolo dell’ISEE non si basa solo sul reddito o sul patrimonio. Uno degli elementi più importanti è la scala di equivalenza, cioè un coefficiente che tiene conto del numero di persone nel nucleo familiare e delle loro caratteristiche. Questo serve per capire quanto è “pesante” il reddito di una famiglia, cioè quanto è realmente disponibile a persona.
Ma cosa succede quando in casa vive una persona con disabilità? Entra in gioco una maggiorazione della scala di equivalenza: +0,5. Questo valore può abbassare l’ISEE, rendendo più facile accedere a prestazioni agevolate come il bonus affitto, la mensa gratuita o le borse di studio.
Attenzione però: non tutte le disabilità danno diritto a questa maggiorazione. E non basta percepire una pensione di invalidità. Servono precisi requisiti legali, certificati da documentazione ufficiale.
Quando la disabilità conta davvero nel calcolo ISEE: regole e requisiti
Il riferimento normativo è il D.P.C.M. 159/2013, che stabilisce chi ha diritto a questa maggiorazione di 0,5. Ci sono tre categorie principali: disabilità media, disabilità grave e non autosufficienza.

Rientra nella disabilità media chi ha un’invalidità civile riconosciuta tra il 67% e il 99%, oppure un certificato ai sensi della Legge 104, art. 3 comma 1. Chi invece ha un’invalidità al 100% o una condizione riconosciuta come grave (Legge 104, art. 3 comma 3), è considerato disabile grave. Infine, è non autosufficiente chi ha bisogno di assistenza costante, ad esempio chi riceve l’indennità di accompagnamento.
Facciamo un esempio: una famiglia con tre persone ha una scala base di 2,04. Se uno dei componenti ha una disabilità riconosciuta (es. Legge 104, comma 3), la scala diventa 2,54. Più alta è la scala, più basso sarà il valore dell’ISEE. E questo può significare l’accesso a bonus che prima sembravano irraggiungibili.
Non serve solo avere la 104 o l’invalidità: bisogna presentare i documenti giusti. Sono validi i verbali INPS, i certificati che attestano la non autosufficienza, o il riconoscimento formale ai sensi della Legge 104. Questi vanno indicati nella DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) al momento della richiesta dell’ISEE.
Una famiglia con quattro componenti, di cui due con disabilità (una media e una grave), parte da una scala di 2,46. Con le due maggiorazioni (+0,5 per ciascuno), arriva a 3,46. Questo può abbattere l’ISEE anche di qualche migliaio di euro. Ma se mancano i documenti, tutto resta invariato.
Per contro, se una persona vive da sola ed è invalida al 50%, non ha diritto ad alcuna maggiorazione: la disabilità è considerata troppo lieve, e la scala resta ferma a 1,00. Ecco perché è importante conoscere i criteri esatti e non fare affidamento solo su pensioni o indennità.
Il tema è tecnico, ma ha risvolti molto pratici. Ogni anno tante famiglie perdono opportunità solo per non conoscere questo meccanismo. Sapere cosa dice la legge, e come provarlo, può fare la differenza. Tu sai come viene considerata la tua situazione nel calcolo ISEE?