Goldman lancia l’allarme sull’Europa: ecco perché le Borse potrebbero deludere nel 2025

Goldman Sachs rivede le sue previsioni per i mercati europei, e il messaggio è chiaro: il 2025 potrebbe essere un anno più debole del previsto. Tagli ai target degli indici principali, prospettive sugli utili in calo e un contesto macroeconomico incerto hanno acceso l’attenzione degli investitori. Le Borse europee si preparano a navigare tra nuove sfide.

Negli ultimi anni, gli investitori hanno imparato a leggere i segnali di grandi istituzioni come Goldman Sachs non solo come indicazioni operative, ma come vere e proprie chiavi di lettura del ciclo economico. E quando una banca di questa portata abbassa per la seconda volta in un mese le sue previsioni sull’azionario europeo, il segnale è tutt’altro che trascurabile.

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Goldman lancia l’allarme sull’Europa e abbassa le aspettative – crypto.it

La revisione non arriva nel vuoto: negli ultimi tempi, diversi fattori hanno iniziato a pesare su un’area economica che già faticava a trovare slancio. Tensioni geopolitiche, cambi valutari sfavorevoli, segnali di recessione negli Stati Uniti e prospettive incerte sul fronte commerciale globale stanno minando la fiducia. Ma cosa significa concretamente questo taglio dei target? E quali settori potrebbero risentirne di più? Le risposte, come spesso accade, si trovano nei dettagli del report.

Taglio alle stime e timori macroeconomici

Secondo quanto riportato da Reuters il 14 aprile 2025, Goldman Sachs ha abbassato il target per l’indice STOXX 600 da 570 a 520 punti, segnalando un netto ridimensionamento delle aspettative di performance per il mercato europeo. La motivazione principale? Le nuove proiezioni sugli utili per azione (EPS) per il 2025, che ora stimano una contrazione del 7%, in forte contrasto con la precedente ipotesi di crescita del 2% e con il consenso attuale che si attesta su un aumento del 4%. Questo dato da solo basta a spiegare il cambio di tono rispetto ai mesi precedenti. Ma ci sono anche fattori esogeni a complicare ulteriormente lo scenario. L’introduzione di nuove tariffe commerciali statunitensi minaccia le esportazioni europee, generando timori su margini e volumi.

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Il giudizio di Goldman tra tagli alle stime e timori macroeconomici – crypto.it

Nel frattempo, l’apprezzamento dell’euro (salito del 10%da inizio anno) riduce la competitività delle aziende sul mercato globale, proprio mentre molte di esse affrontano costi crescenti. Inoltre, il timore di una recessione negli USA aggiunge un elemento di rischio sistemico che nessun portafoglio può ignorare, perché una contrazione della prima economia mondiale avrebbe effetti a catena su scala globale, colpendo in particolare i mercati aperti come quello europeo.

Reazioni dei mercati e impatti settoriali

Le reazioni non si sono fatte attendere. Anche se non si è verificata una vera ondata di vendite, l’umore degli investitori è diventato più cauto. Goldman Sachs, nel suo report, ha ridotto anche il target per il FTSE 100 britannico da 9.100 a 8.500 punti, sottolineando che l’incertezza non riguarda solo l’area euro. Tra i settori più a rischio figurano energia e servizi finanziari, penalizzati rispettivamente dal calo delle materie prime e da margini sotto pressione. Al contrario, Goldman evidenzia una relativa resilienza dei comparti industriale e tecnologico, meno esposti ai fattori negativi e supportati da fondamentali più stabili. L’invito implicito agli investitori è quello di ribilanciare le esposizioni, concentrandosi su aziende con modello di business difensivo e visibilità sui flussi di cassa. In un contesto in cui le sorprese negative sono più probabili di quelle positive, la selezione resta la chiave. E con queste premesse, la seconda metà del 2025 potrebbe rivelarsi tutt’altro che scontata.

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