Una nuova alleanza tra due superpotenze sta emergendo nel cuore dell’intelligenza artificiale. Cina e Russia, spinte da esigenze geopolitiche e ambizioni tecnologiche, stanno unendo le forze attraverso piattaforme come DeepSeek, sollevando serie preoccupazioni nel mondo occidentale. I numeri, gli obiettivi e le implicazioni di questa partnership potrebbero cambiare gli equilibri globali in tempi rapidi.
Mentre l’Occidente si interroga sul futuro della leadership tecnologica globale, la cooperazione tra Cina e Russia nell’intelligenza artificiale prende forma con intensità crescente. Il 2025 ha già visto l’accelerazione di un asse strategico che va ben oltre la semplice collaborazione commerciale. Si tratta di un patto tecnologico, ma anche politico e ideologico, che sfrutta piattaforme avanzate come DeepSeek, un modello di AI sviluppato in Cina capace di competere con i colossi occidentali.

Una sfida non solo tecnica, ma anche simbolica, che mette in discussione i paradigmi finora dominanti nel settore. La sua portata potrebbe allargarsi rapidamente: diversi osservatori internazionali segnalano l’interesse crescente di altri attori emergenti, come Iran e Brasile, pronti ad adottare soluzioni IA non occidentali per ridurre la dipendenza tecnologica e rafforzare la propria sovranità digitale.
Un’alleanza strategica che si fonda sull’intelligenza artificiale
Il modello DeepSeek, emerso nei primi mesi del 2025, ha mostrato una potenza di calcolo sorprendente, pur in assenza dei chip avanzati bloccati dalle restrizioni statunitensi. Secondo l’Artificial Intelligence Index Reportdell’Università di Stanford, DeepSeek riesce a fornire prestazioni comparabili ai modelli americani come GPT-4, grazie a un’efficienza addestrativa e a un enorme bacino di dati, spesso raccolti senza restrizioni.

La Russia, dal canto suo, non solo sostiene ma promuove questa tecnologia: Sberbank ha annunciato partnership scientifiche con laboratori cinesi per sviluppare modelli IA congiunti. Secondo Reuters, l’obiettivo è creare una piattaforma comune low cost da esportare in paesi emergenti, aggirando di fatto le sanzioni imposte dall’Occidente. Si tratta di una mossa che unisce vantaggi economici, accesso ai dati e penetrazione culturale. Un allarme, questo, che inizia a suonare forte anche nelle capitali europee.
Le risposte dell’Occidente e i timori legati alla sicurezza
Il timore più diffuso riguarda la sicurezza dei dati e la privacy. Il portale Anadolu Agency riporta che DeepSeek è già sotto osservazione in paesi come l’Italia e la Corea del Sud, dove sono stati avviati controlli su possibili violazioni della normativa GDPR. Negli Stati Uniti, diverse agenzie federali hanno vietato l’uso del sistema nelle reti interne, classificandolo come rischio per la sicurezza nazionale.
Per contrastare questa avanzata, l’amministrazione americana ha rilanciato il cosiddetto Stargate Project, un investimento da 500 miliardi di dollari mirato a rafforzare la supremazia USA nel campo dell’IA. Tuttavia, secondo Wired, DeepSeek continua ad attirare l’attenzione per la sua combinazione di efficienza, adattabilità e costi contenuti, caratteristiche che potrebbero renderlo estremamente competitivo sui mercati globali.
L’alleanza tra Russia e Cina non è dunque soltanto un’operazione tecnologica: è anche un messaggio politico e una strategia di lungo periodo. Se l’Occidente non saprà rispondere con una visione unitaria, il dominio sull’intelligenza artificiale globale rischia di spostarsi ad Est.