Il mercato è ancora troppo caro? Ecco cosa dicono davvero gli indicatori più seguiti dagli analisti

Il mercato azionario USA continua a mostrare segnali di sopravvalutazione, anche se lontani dai picchi euforici del 2021. Gli investitori si chiedono se le valutazioni attuali siano sostenibili nel contesto macro attuale. I dati più recenti offrono risposte che meritano attenzione.

La domanda è tanto semplice quanto cruciale: il mercato statunitense è ancora sopravvalutato? L’aggiornamento di aprile 2025 pubblicato da Advisor Perspectives fa il punto della situazione attraverso diversi indicatori storicamente rilevanti. Uno su tutti, il P/E Shiller (CAPE), che misura il rapporto tra prezzo e utili medi degli ultimi dieci anni, oggi si attesta intorno a 30,8, ben al di sopra della sua media storica, pari a 17,1. Si tratta di un livello che, pur lontano dal massimo storico registrato nel 2021, segnala un mercato ancora molto caro rispetto ai fondamentali.

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Ecco cosa dicono davvero gli indicatori più seguiti dagli analisti – crypto.it

Ma il CAPE non è l’unico termometro utilizzato per valutare il mercato. Indicatori come il Buffett Indicator (rapporto tra capitalizzazione di mercato e PIL), il Price-to-Sales ratio e l’EV/EBITDA forniscono un quadro simile: le azioni americane, nel complesso, risultano sopravvalutate in termini storici. Secondo Advisor Perspectives, “queste valutazioni elevate non sono giustificabili alla luce delle attuali condizioni macroeconomiche, e questo dovrebbe indurre maggiore cautela”.

Indicatori tecnici e segnali da non ignorare

L’analisi di Advisor Perspectives non si limita alla sola valutazione numerica. Il contesto in cui questi valori si inseriscono è fondamentale per interpretarne il significato. Ad esempio, sebbene il Buffett Indicator sia sceso rispetto al 2021, rimane ben oltre la soglia considerata “normale” dagli analisti. Questo suggerisce che, nonostante alcune correzioni, il mercato azionario non sia ancora tornato a livelli sostenibili.

Un altro elemento interessante è l’andamento del P/E forward, che tiene conto delle aspettative sugli utili futuri. Anche in questo caso, le proiezioni sembrano ottimistiche, soprattutto se confrontate con l’incertezza economica legata a tassi d’interesse elevati, rallentamento della crescita globale e tensioni geopolitiche. Gli investitori, dunque, dovrebbero chiedersi quanto queste aspettative siano realistiche.

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Attenzione ai segnali che arrivano dagli indicatori tecnici – crypto.it

Secondo molti esperti una valutazione elevata non implica necessariamente un crollo imminente, ma riduce il potenziale di rendimento a lungo termine. In altre parole, partire da livelli così alti rende più difficile ottenere rendimenti superiori alla media storica senza un forte miglioramento degli utili o un contesto macro favorevole.

Cosa osservare nei prossimi mesi

In uno scenario così complesso, anche i piccoli segnali vanno letti con attenzione. Il comportamento della Federal Reserve sarà centrale: eventuali tagli dei tassi potrebbero sostenere le valutazioni attuali, ma un atteggiamento più restrittivo potrebbe innescare una revisione al ribasso. Inoltre, l’inflazione resta un fattore critico. Anche se in rallentamento rispetto al biennio precedente, rimane sopra i target ufficiali e contribuisce a ridurre il potere d’acquisto degli investitori.

Infine, bisognerà osservare con attenzione la stagione degli utili, che potrebbe rappresentare una prova decisiva per molte società quotate. Se i risultati dovessero deludere, la pressione sulle valutazioni attuali potrebbe diventare insostenibile. In un mercato dove i multipli sono tirati, basta poco per invertire il sentiment. E in questi contesti, la prudenza diventa più di una strategia: è una necessità.

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