Leonardo sorprende con una performance da record in Borsa, ma Citi taglia il rating a “Neutral”: un apparente controsenso che apre interrogativi sul futuro del titolo. Eppure gli analisti continuano a vedere margini di crescita, mentre le prospettive di spesa per la difesa in Europa restano in forte espansione.
Quando una società del settore difesa corre in Borsa con un +70% da inizio anno, ci si aspetterebbe una pioggia di giudizi positivi. Quando, poi, quella stessa società è inserita in un contesto europeo dove la spesa militare è destinata a crescere drasticamente, la promozione sembrerebbe quasi automatica. Ma non sempre il mercato e le banche d’affari si muovono in sintonia.
È proprio il caso di Leonardo, colosso italiano dell’aerospazio e della difesa, che in questi giorni è finito al centro del dibattito finanziario dopo la decisione di Citigroup di abbassarne la raccomandazione da “Buy” a “Neutral”. Una scelta che ha colto di sorpresa molti osservatori, soprattutto perché accompagnata da un aumento del prezzo obiettivo a 48,40 €, ben superiore alle attuali quotazioni di Borsa.
Citigroup ha spiegato il declassamento del titolo sottolineando che, dopo il rally degli ultimi mesi, il potenziale di crescita si sarebbe ormai ridotto. Leonardo, infatti, ha guadagnato oltre il 70% da inizio anno, rendendolo uno dei titoli più performanti dell’intero listino italiano. Eppure, pur alzando il target price da 28,40 € a 48,40 €, la banca d’affari ha ritenuto che il margine di apprezzamento residuo non fosse più sufficiente a giustificare un rating “Buy”.
Tuttavia, altre case di analisi la pensano diversamente. Morgan Stanley ha ribadito un giudizio “Overweight” con prezzo obiettivo a 60 €, mentre Jefferies mantiene un “Buy” con target a 52 €. UBS si posiziona più cautamente su “Neutral” con 50 €, e Intesa Sanpaolo si allinea con un “Hold” a 52,50 €. Secondo i dati di MarketScreener, il prezzo obiettivo medio per il titolo è oggi di 45,12 €, con un massimo di 60 € e un minimo di 25,10 €. Rispetto alla quotazione attuale di circa 44,60 €, il potenziale è ancora moderatamente positivo.
A sostenere il sentiment positivo verso Leonardo c’è un contesto internazionale in rapida trasformazione. Il conflitto in Ucraina e le tensioni geopolitiche globali stanno spingendo molti Paesi europei ad aumentare drasticamente la spesa per la difesa. La Commissione Europea ha parlato apertamente di un piano da 800 miliardi di € per rafforzare le capacità militari del continente, e si discute con crescente insistenza della possibilità di destinare fino al 3,5% del PILalla sicurezza comune. Se queste cifre si concretizzassero, il fair value dell’azione Leonardo potrebbe salire ben oltre gli attuali target.
In questo scenario, l’azienda italiana si posiziona strategicamente per intercettare nuovi contratti e programmi europei, grazie al suo know-how in tecnologie aerospaziali, cyberdifesa e sistemi militari. Alcuni analisti, come quelli di Bernstein, vedono nella posizione di Leonardo una leva chiave per l’ulteriore crescita, anche grazie alle sinergie con partner internazionali e alla diversificazione delle sue attività.
Dunque, se il downgrade di Citi ha fatto discutere, è solo una voce in un coro molto più articolato. E il mercato, si sa, ama le storie in evoluzione.
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