Hai mai avuto la sensazione che il tempo si dilatasse all’infinito mentre aspetti una visita medica? Camilla l’ha provato sulla sua pelle, mentre cercava risposte per un problema che non poteva aspettare. E se ti dicessimo che c’è una strada legale, garantita dallo Stato, per saltare quella fila senza pagare di tasca tua, se non il ticket?
Non è una scorciatoia illegale, né una magia riservata ai “soliti noti”: è una possibilità concreta, spesso ignorata. Una soluzione che unisce la rapidità del privato alla copertura pubblica. E Anselmo, a 68 anni, l’ha capito proprio quando pensava di dover rinunciare a tutto.

Ti sarà capitato almeno una volta di sentirti un numero. Al telefono con il CUP, nella sala d’attesa di un ambulatorio, o scorrendo il foglio delle disponibilità che dice “prossima visita disponibile tra nove mesi”. A quel punto subentra la frustrazione, la rabbia, ma soprattutto l’ansia. Perché la salute non aspetta, e tu non puoi permetterti di restare fermo.
Quello che molti non sanno è che, quando i tempi del Servizio Sanitario Nazionale si allungano troppo, c’è un diritto che può essere fatto valere. Un diritto che ti permette di ottenere la stessa prestazione, con lo stesso specialista, in regime intramoenia, ma senza sborsare cifre da capogiro. Basta pagare il ticket, come faresti normalmente.
Camilla, 35 anni, ha scoperto questa opzione quando si è vista rimandare per la terza volta una visita endocrinologica essenziale per la sua fertilità. Anselmo, invece, pensionato, ha avuto bisogno urgente di una risonanza neurologica, ma il primo slot disponibile era a 120 giorni. Entrambi si sono attivati, ma in modi diversi. Entrambi, però, ci sono riusciti. E non si tratta di eccezioni. È una possibilità che chiunque può attivare, se sa come fare.
Quando il sistema pubblico non basta, c’è l’intramoenia (senza extra)
Quando ti viene prescritta una visita specialistica e il Servizio Sanitario Nazionale non riesce a garantirla in tempi “congrui” – cioè compatibili con la gravità della tua condizione, la legge ti consente di richiedere la stessa prestazione in intramoenia, ma senza spese aggiuntive. L’unica cosa che devi pagare è il ticket sanitario, se previsto.

Questo significa che puoi accedere alle competenze dello stesso specialista, nello stesso ospedale pubblico, ma in orari e modalità da privato. Camilla, ad esempio, aveva una richiesta con priorità “breve”: la visita doveva avvenire entro 10 giorni. Dopo diversi tentativi andati a vuoto con il CUP, ha presentato domanda scritta alla direzione sanitaria e ha ottenuto la visita gratuita in intramoenia in meno di una settimana.
Anselmo ha fatto un percorso simile. Dopo aver parlato con il medico di famiglia, ha inviato una richiesta formale alla ASL con la prescrizione e la prova dell’attesa non congrua. Due settimane dopo, aveva la sua risonanza. Senza salti nel vuoto, senza costi nascosti.
Un diritto ignorato (ma che può fare la differenza)
Parlare di visite specialistiche rapide senza costi aggiuntivi può sembrare un’illusione, ma è tutto nero su bianco. Pochi ne sono davvero a conoscenza, e ancora meno sanno come attivare questo diritto. La prestazione in intramoenia a carico del SSN è prevista per legge, ma spesso dimenticata, persino da chi lavora in ambito sanitario.
È importante sapere non solo che questa possibilità esiste, ma anche come farla valere. Può bastare un modulo, una prescrizione con la priorità giusta e la prova che il SSN non è in grado di rispettare i tempi previsti. Non si tratta di privilegi, ma di tutele per chi, come Camilla e Anselmo, ha bisogno di cure immediate, ma non ha centinaia di euro da spendere.