Azioni e tassi d’interesse: come prevedere i mercati leggendo le mosse della Fed

Quando la Fed muove i tassi, Wall Street reagisce. Il confronto tra l’andamento dei Fed Funds e quello dell’S&P 500 mostra che i cicli di politica monetaria anticipano spesso le svolte dei mercati azionari. Ma il legame è tutt’altro che lineare.

Nell’immaginario degli investitori, ogni parola della Federal Reserve può spostare montagne. E a ragione. Perché l’evoluzione dei Fed Funds, ovvero i tassi di riferimento della banca centrale americana, ha storicamente anticipato molte delle grandi inversioni dell’S&P 500. Il grafico a confronto tra i due dati, aggiornato fino al 2024, mostra una dinamica ricorrente: quando i tassi salgono in modo deciso, spesso l’indice azionario frena o corregge. Al contrario, quando i tassi scendono – o restano bassi – le azioni tendono a prendere il volo. Tuttavia, non si tratta di una relazione meccanica. Anche i tempi contano.

fed azioni
Tra azioni e tassi di interesse c’è una correlazione storica – crypto.it

Negli anni ’70 e ’80, i tassi d’interesse hanno toccato livelli storici, con picchi oltre il 20% per combattere l’inflazione. In quegli anni, l’S&P 500 si muoveva lateralmente, zavorrato dal costo del denaro e dall’instabilità. Poi, con l’inizio del ciclo discendente dei tassi a partire dagli anni ’90, l’indice USA ha iniziato una corsa quasi ininterrotta, salvo alcune eccezioni. Il primo segnale forte arriva nel 2000: la Fed alza gradualmente i tassi, e poco dopo l’S&P 500 entra nella fase discendente della bolla dot-com. Stesso schema tra il 2004 e il 2007, quando i tassi passano dall’1% al 5,25% e preannunciano la grande crisi finanziaria.

Tassi in salita, mercati sotto pressione: un legame che si conferma anche oggi

Il biennio 2022–2023 è l’ennesimo esempio. Dopo anni di tassi prossimi allo zero e mercati in espansione, la Fed alza bruscamente il costo del denaro per contrastare l’inflazione. L’S&P 500, dopo i massimi del 2021, corregge nel 2022 e torna volatile. Anche in questo caso, il ciclo di stretta monetaria anticipa la svolta dei listini. Ma non sempre i tagli funzionano da stimolo immediato. Nel 2008, per esempio, la Fed azzerò i tassi con velocità, ma i mercati continuarono a scendere per mesi. Serve tempo perché la politica monetaria dispieghi i suoi effetti sull’economia reale.

Una stima qualitativa suggerisce una correlazione inversa moderata nel lungo periodo (circa –0,4), ma più intensa nei momenti critici (fino a –0,6). È chiaro che i tassi d’interesse agiscono da leva sul valore delle azioni, influenzando sconti sui flussi di cassa futuri, costo del capitale e appetito per il rischio. Per questo, la Fed è sempre sotto osservazione.

tassi in salita borse in discesa
La correlazione tra tassi di interesse e mercati azionari si conferma anche oggi – crypto.it

Chi investe in azioni USA deve tenere d’occhio i tassi non solo per prevedere l’andamento dei mercati finanziari, ma anche per capire in quale fase del ciclo economico ci si trova. Perché la direzione dei tassi spesso anticipa la direzione della Borsa, anche se non sempre con la stessa intensità o velocità. E in un contesto come quello attuale, in cui le prossime mosse della Federal Reserve sono ancora incerte, capire questo legame può fare la differenza tra cavalcare il trend o restarne travolti.

Inoltre, con le tensioni geopolitiche e i timori su una possibile recessione in aumento, le aspettative sui tassi d’interesse futuri possono cambiare rapidamente. L’esperienza insegna che anticipare questi movimenti, anche solo parzialmente, può offrire agli investitori un vantaggio competitivo importante in termini di asset allocation e gestione del rischio.

Gestione cookie