Eni torna protagonista con un nuovo programma di buyback da 1,5 miliardi di euro, rafforzando il suo impegno verso una più generosa remunerazione degli azionisti. In caso di flussi di cassa favorevoli, il piano potrebbe salire fino a 3,5 miliardi €. Gli analisti rispondono con valutazioni incoraggianti e prospettive di crescita per il titolo.
Negli ultimi anni, la politica di ritorno di capitale agli azionisti è diventata uno degli strumenti più utilizzati dalle grandi aziende per attrarre investitori e consolidare la fiducia del mercato. Nel caso di Eni, questa strategia sembra non solo confermarsi, ma rafforzarsi. Il consiglio di amministrazione del gruppo ha infatti approvato un nuovo buyback da 1,5 miliardi di € per il 2025, con la possibilità di estendere l’importo fino a 3,5 miliardi di € qualora le condizioni economico-finanziarie risultino particolarmente favorevoli.

L’iniziativa si affianca alla proposta di un dividendo annuale in crescita, che per l’anno prossimo dovrebbe raggiungere 1,05 € per azione, con un incremento del 5% rispetto al 2024. Il piano rientra nella strategia Eni 2025-2028 e prevede una remunerazione complessiva degli azionisti compresa tra il 35% e il 40% del flusso di cassa operativo.
Buyback e dividendi: premi per gli investitori
Il nuovo programma di riacquisto di azioni proprie prevede l’acquisto fino a 315 milioni di azioni, pari al 10% del capitale sociale, con il vincolo che il prezzo di acquisto non possa superare del 10% il prezzo di chiusura del giorno precedente. Eni ha già completato un’operazione simile nel 2024, riacquistando oltre 120 milioni di titoli per un controvalore di circa 1,67 miliardi di €. Questo rafforza la percezione di un gruppo solido, che punta a valorizzare il capitale degli azionisti.

Secondo Morningstar, i buyback sono una tendenza crescente anche tra altre blue chip italiane come Unicredit, Generali e Tenaris. In questo contesto, Eni si muove in continuità con il mercato, ma con un’intensità che pochi altri gruppi riescono a eguagliare.
Cosa pensano gli analisti sul titolo Eni
Le reazioni degli analisti negli ultimi tre mesi confermano la fiducia sul titolo. Goldman Sachs, JP Morgan e RBC Capital Markets mantengono una visione positiva su Eni, mentre UBS e Berenberg restano più prudenti con raccomandazioni neutrali. In media, secondo MarketScreener, il consensus è orientato a un giudizio “Accumulate” su un totale di 23 analisti.
Il prezzo obiettivo medio è fissato a 15,97 €, con un massimo stimato di 18,00 € e un minimo di 13,00 €. Considerando che il titolo si aggira intorno ai 11,50€, la valutazione media implica un potenziale rialzo dell’38,8%, mentre il target massimo suggerisce un margine di crescita del 56%. Il target minimo invece lascia intravedere un possibile downside del 13%.
Questi numeri, uniti al nuovo piano di buyback e al dividendo in aumento, mostrano un quadro complessivamente positivo per gli investitori. Il mercato sembra premiare non solo i risultati operativi, ma anche la coerenza strategica di Eni nel lungo termine.