Crollo del cacao e del caffè: i dazi USA affondano i mercati e preoccupano i consumatori

Il nuovo pacchetto di dazi imposto dagli Stati Uniti sta scuotendo i mercati globali delle materie prime alimentari. Cacao, caffè e zucchero hanno registrato cali improvvisi, e l’impatto si riflette già sui produttori e sull’intera filiera. Il rischio? Aumenti dei prezzi al consumo e ripercussioni sulle grandi aziende del settore.

Il recente intervento dell’amministrazione Trump ha colto di sorpresa i mercati agroalimentari internazionali. La decisione di introdurre dazi generalizzati del 10% su tutte le importazioni e tariffe più elevate verso alcuni paesi chiave ha provocato un immediato effetto a catena. Secondo Reuters, le tariffe ammontano al 46% per il Vietnam, 34% per la Cina e 21% per la Costa d’Avorio, colpendo duramente i principali fornitori di caffè, cacao e zucchero.

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I dazi americani fanno crollare anche cacao, caffè e zucchero – crypto.it

Questi paesi rappresentano una parte significativa dell’export globale di materie prime agricole e sono fondamentali per la stabilità dei prezzi internazionali. Il timore è che le misure protezionistiche possano innescare reazioni a catena da parte di altri partner commerciali. Il mercato, già fragile per via delle tensioni logistiche e dei rincari energetici, ha reagito con un netto calo dei prezzi.

Effetto a catena su prezzi, consumi e aziende globali

I contratti futures sul cacao e sul caffè hanno registrato ribassi immediati, anche a causa delle aspettative di un rallentamento nei flussi commerciali. Gli analisti di Rabobank, citati da Reuters, hanno sottolineato che i produttori dovranno riorganizzare le rotte di esportazione, aumentando i costi e riducendo l’efficienza. Ma gli effetti non si fermano ai listini delle materie prime: si prevede un impatto diretto anche sui prezzi al consumo negli Stati Uniti.

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Quanto sta accadendo non potrà non avere effetto a catena su prezzi, consumi e aziende globali – crypto.it

Secondo il Financial Times, aziende come Mondelēz International, produttrice di marchi come Oreo, Toblerone e Milka, stanno già affrontando pressioni dovute ai rincari del cacao. Le nuove tariffe rischiano di comprimere ulteriormente i margini. Allo stesso modo, il CEO di Starbucks, Brian Niccol, secondo quanto riportato da The Sun, starebbe valutando un adeguamento dei prezzi dei prodotti per assorbire i nuovi costi di importazione del caffè. L’intera filiera agroalimentare, dalle piantagioni ai distributori, si trova quindi a dover rivedere strategie e contratti internazionali.

Un problema geopolitico che agita i mercati

La reazione dei mercati non si è fatta attendere. Il calo di fiducia nei confronti delle forniture da paesi soggetti a dazi ha innescato una revisione delle aspettative globali. Gli operatori temono che gli Stati Uniti possano estendere ulteriormente la lista delle tariffe, con effetti distorsivi ancora più marcati. I prezzi del cacao sono già scesi del 5% in una sola settimana, mentre il caffè Arabica ha perso il 3,8%, secondo dati Reuters. Anche lo zucchero grezzo ha subito un calo superiore al 4%.

Il contesto si complica ulteriormente per paesi esportatori come Costa d’Avorio, Vietnam e Brasile, che rischiano di perdere competitività in uno dei mercati più strategici al mondo. E mentre i consumatori potrebbero dover fare i conti con aumenti di prezzo nei prossimi mesi, le multinazionali cercano soluzioni alternative per limitare l’impatto dei dazi su bilanci e forniture. Una sfida che si gioca tanto sui mercati finanziari quanto nei consigli di amministrazione delle principali aziende globali.

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