Quali sono i Paesi più promettenti nell’AI secondo Generali Investments? Ecco cosa dice il nuovo GenAM AI Index
Innovazione, capitale umano, regolamentazione e diffusione dell’AI: così viene misurata la competitività tecnologica di 55 Paesi.
Stati Uniti, Singapore e Germania guidano la classifica, ma ci sono anche sorprese interessanti nei dati pubblicati da Generali Investments.
A volte è difficile rendersi conto di quanto il mondo stia cambiando velocemente. Le tecnologie che oggi plasmano i mercati erano, fino a poco tempo fa, quasi invisibili nel quotidiano. Ma ora che l’AI è diventata protagonista delle strategie industriali, è fondamentale sapere quali Paesi sono davvero pronti a coglierne le opportunità. Per investitori, aziende e policymaker, non basta più guardare all’innovazione in senso astratto: serve una bussola per capire dove si sta andando. E proprio da qui nasce uno degli strumenti più interessanti del 2025: il GenAM AI Index.
Elaborato da Generali Asset Management, questo nuovo indicatore mira a valutare la competitività dell’AI a livello globale, misurando non solo l’innovazione, ma anche la capacità dei sistemi nazionali di adottare, regolamentare e integrare questa tecnologia. I dati, pubblicati nel marzo 2025, si basano su fonti ufficiali e rappresentano un mix equilibrato tra quantità e qualità.
Il GenAM AI Index valuta 55 Paesi secondo quattro criteri principali: innovazione, adozione e diffusione, capitale umano e regolamentazione. A differenza di altri strumenti come l’AI Preparedness Index del FMI o il Global AI Vibrancy Tool di Stanford, che offrono visioni più generiche o accademiche, l’approccio di Generali è orientato all’analisi strategica, pensata per chi investe o pianifica a lungo termine.
Secondo i dati, al vertice della classifica troviamo gli Stati Uniti, seguiti da Singapore e Germania. Subito dopo si posizionano potenze emergenti come Cina, India ed economie avanzate come Regno Unito, Corea del Sud, Francia, Svezia e Finlandia. Tra i Paesi meno competitivi invece ci sono Brasile, Russia, Turchia, Sudafrica e Messico.
Il punteggio sull’innovazione considera la spesa in R&D in rapporto al PIL e l’attività brevettuale, con focus sulle tecnologie AI. L’adozione e diffusione include indicatori come la connettività digitale, l’utilizzo aziendale di soluzioni AI e il volume di pubblicazioni scientifiche. Il capitale umano viene misurato sulla base del numero di laureati STEM e della mobilità dei talenti, mentre la regolamentazione tiene conto della presenza di normative specifiche, della chiarezza legislativa e della capacità di adattamento.
Per un investitore globale, sapere dove l’AI troverà terreno fertile è essenziale per valutare strategie a medio-lungo termine. Paesi che combinano alta innovazione con buona regolamentazione sono più attrattivi non solo per le big tech, ma anche per startup e fondi specializzati. In questo senso, l’approccio bilanciato del GenAM AI Index offre una panoramica unica. Come osserva il report ufficiale di Generali Investments, le economie più performanti non sono necessariamente quelle con il PIL più alto, ma quelle con visione strategica.
Gli analisti sottolineano che il valore dell’indice risiede anche nella sua capacità predittiva: la crescita futura dell’AI non sarà uniforme, e chi saprà leggere questi dati in anticipo potrà muoversi prima della concorrenza. In altre parole, il GenAM AI Index diventa un vero e proprio termometro dell’ecosistema tecnologico globale.
Non è uno strumento infallibile, ma in un mondo in cui l’AI sta ridefinendo la competitività industriale, avere una mappa aggiornata può fare la differenza.
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