Trump II delude Wall Street? Ecco chi ha fatto meglio nei primi 3 mesi tra i presidenti USA

Il secondo mandato di Donald Trump si apre con un tonfo storico a Wall Street. Nei primi tre mesi, l’indice S&P 500 ha perso oltre il 10%, segnando la peggiore partenza di un presidente USA dagli anni ’90. Le politiche tariffarie aggressive hanno destabilizzato i mercati e innescato un’ondata di vendite da parte degli investitori.

I primi mesi di ogni presidenza raccontano molto del contesto economico, delle aspettative degli investitori e delle priorità politiche. Nel caso di Donald Trump II, il suo ritorno alla Casa Bianca ha coinciso con un clima di forte volatilità sui mercati. A differenza del primo mandato, questa volta le decisioni del presidente hanno generato timori più che ottimismo.

sigillo presidente USA
Nei primi 100 giorni di mandato chi ha fatto meglio di Trump II? – crypto.it

A pesare è stata soprattutto l’introduzione delle nuove tariffe protezionistiche, le cosiddette “Liberation Day tariffs”, annunciate il 2 aprile 2025. In soli due giorni, il mercato ha bruciato oltre 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Il 3 aprile l’S&P 500 è sceso del 4,8%, il Nasdaq del 6% e il Dow Jones del 4%, con una correzione che ha colpito in particolare i grandi nomi della tecnologia e dell’industria (fonte: The Guardian).

Performance storica a confronto: Trump II fanalino di coda

Con la chiusura del 4 aprile a 4.332,49 punti, l’S&P 500 ha registrato una perdita del 10,5% rispetto ai 4.839,81 punti del 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Trump. È la peggiore performance di mercato nei primi tre mesi di presidenza dagli anni ’90.

A titolo di confronto, Joe Biden nel 2021 aveva guadagnato il +7,9%, Donald Trump I il +5,3% nel 2017, e persino George W. Bush, che iniziò il suo mandato in piena bolla dot-com, perse “solo” il 9,3%. I dati forniti da Nasdaq.com mostrano che anche Barack Obama, eletto nel pieno della crisi subprime, registrò un sorprendente +9,2% nei suoi primi tre mesi.

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Nel confronto tra presidenti Trump II non ne esce benissimo – crypto.it

Secondo Wall Street Journal, la reazione negativa dei mercati è stata alimentata anche dalla percezione di un’escalation nei toni protezionistici, non accompagnata da un piano chiaro di rilancio economico. Gli investitori temono che le misure tariffarie finiscano per deprimere la domanda interna e isolare gli Stati Uniti dal commercio globale.

Mercati nervosi, Fed cauta e rischio recessione

La risposta del mercato non è stata solo tecnica, ma anche emotiva. Molti operatori, soprattutto internazionali, hanno visto nelle prime mosse di Trump un ritorno all’isolazionismo economico. Alcuni analisti, come quelli di Morgan Stanley, hanno rivisto le stime sul PIL USA 2025, tagliandole dal +1,8% al +1,1%, proprio in seguito alle tensioni commerciali e al crollo di fiducia.

Allo stesso tempo, la Federal Reserve si trova ora in una posizione complicata. Se da un lato l’inflazione resta contenuta, dall’altro le pressioni ribassiste sui mercati potrebbero richiedere un intervento anticipato sui tassi di interesse. Secondo Reuters, i futures sui Fed Funds prezzano ora con maggiore probabilità un taglio già entro l’estate.

Il caso Trump II dimostra come, anche a parità di nome e visione politica, il contesto globale possa modificare radicalmente l’effetto delle decisioni economiche. I primi tre mesi sono un campanello d’allarme per Wall Street e per l’economia americana, e segnalano che gli investitori, oggi più che mai, chiedono prevedibilità, trasparenza e stabilità.

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