Gas naturale in bilico: ecco perché il 2025 potrebbe cambiare tutto

Il mercato del gas naturale resta uno dei più imprevedibili del 2025, tra segnali tecnici incerti, scorte ai minimi e previsioni contrastanti. Gli analisti si dividono: per alcuni si profila una fase rialzista, per altri il ribasso non è ancora finito. A dominare la scena sono volatilità, clima e dinamiche geopolitiche sempre più complesse.

Chi segue da vicino l’andamento delle materie prime sa bene che il gas naturale è uno degli asset più difficili da prevedere. Il motivo? È un mercato che risponde a una molteplicità di fattori, spesso poco allineati tra loro: dai consumi stagionali alla disponibilità di scorte, passando per crisi geopolitiche, contratti di fornitura e persino tensioni speculative.

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Le ultime previsioni vedono il prezzo del gas naturale in bilico – crypto.it

Dall’inizio del 2025, le previsioni degli analisti si sono susseguite a ritmo serrato, spesso con scenari anche opposti. Ma tutti concordano su una cosa: l’anno in corso sarà decisivo per comprendere l’evoluzione strutturale del mercato del gas, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, dove i prezzi continuano a oscillare tra speranze di stabilizzazione e timori di nuovi shock.

Volatilità tecnica e segnali misti

Secondo le analisi tecniche più recenti, pubblicate su Investing.com a fine marzo, l’Indice di Forza Relativa (RSI) del gas naturale si attesta intorno a 52, un valore neutrale che riflette l’incertezza dominante. Mentre alcuni indicatori, come il MACD, suggeriscono una potenziale inversione al rialzo, altri mantengono un’impostazione ribassista, segnalando il rischio di nuovi cali sotto la soglia psicologica dei 3,5 $ per milione di BTU.

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La volatilità dei prezzi del gas potrebbe condizionarne l’andamento – crypto.it

In questo scenario di equilibrio instabile, il supporto principale si colloca proprio tra i 3,5 $ e i 3,7 $, mentre una rottura al rialzo sopra i 4 $ potrebbe cambiare le carte in tavola, riportando il mercato in una fase più ottimista. Ma per ora prevale la prudenza. Gli operatori attendono conferme da parte dei dati fondamentali, soprattutto sul fronte delle scorte e della domanda industriale. Senza segnali chiari, il rischio è di restare bloccati in un range stretto, soggetto a improvvisi scossoni.

Scorte basse e previsioni divergenti

Uno dei fattori chiave da monitorare resta il livello degli stoccaggi di gas. Secondo un report di Intesa Sanpaolo, se le riserve dovessero chiudere il trimestre su livelli particolarmente bassi, è probabile una fase di forte tensione sui prezzi, soprattutto in vista del periodo di ricarica primaverile. In questo caso, gli acquisti per ricostituire le riserve potrebbero spingere i prezzi nuovamente verso l’alto.

Tuttavia, il quadro non è univoco. Un’analisi di FX Empire prevede che nel breve termine il prezzo del gas naturalepotrebbe restare sotto pressione, a causa di un eccesso di offerta e di condizioni meteo favorevoli nei principali mercati. Solo un rimbalzo stabile sopra i 4 $ darebbe un segnale chiaro di cambio di tendenza. Il tutto mentre il mercato europeo resta sensibile alla concorrenza sul GNL e agli sviluppi delle relazioni energetiche con i paesi esportatori, in primis Stati Uniti, Qatar e Algeria.

Nel frattempo, anche l’EIA ha registrato un aumento settimanale della domanda negli USA (+4,1%), con una crescita marcata nei settori residenziale e commerciale (+11,7%). Un dato che, se confermato, potrebbe riequilibrare almeno in parte il rapporto tra domanda e offerta nelle prossime settimane.

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