Ti sei mai chiesto se puoi comprare casa senza usare davvero i tuoi soldi? E se con un semplice piano potessi costruirti un patrimonio che si ripaga da solo? C’è una storia vera che mostra quanto possa essere potente una strategia ben pensata. Quello che ha fatto Luigi potrebbe cambiare il tuo modo di guardare agli investimenti.
Luigi ha 40 anni, due genitori generosi e una testa lucida. Quando ha ricevuto 200.000 euro in regalo, ha preferito investirli piuttosto che lasciarli in banca a prendere polvere. Nessuna scelta impulsiva o affidata al caso. Ha fatto calcoli, ha studiato, e poi ha agito. La sua idea?

Comprare immobili a mutuo e farli rendere, sfruttando una leva semplice ma efficace: gli affitti. Una mossa che, a conti fatti, gli sta già garantendo un flusso di cassa stabile e un futuro senza sorprese. 100 mila euro sono serviti par pagare gli acconti di acquisto delle case. Ma non si è fermato qui: con altri 100 mila euro ora vuole anche investire, e ha messo a confronto due strade molto diverse.
Quando il mutuo lo paga l’inquilino
Luigi ha trovato un modo per entrare nel mercato immobiliare senza doversi caricare tutto il peso finanziario. Ha versato solo il 20% del valore degli appartamenti e ha acceso il mutuo per il restante 80%. Il resto lo fa il mercato: gli affitti mensili coprono le rate. E non solo. Con il contratto giusto, ha previsto che la manutenzione ordinaria venga gestita direttamente dagli inquilini. Risultato? Tre appartamenti acquistati, mantenuti e pagati senza intaccare il suo patrimonio, tranne gli acconti versati.

Il calcolo è semplice: in 20 anni, ogni appartamento sarà completamente ripagato. E a quel punto, Luigi si ritroverà con tre immobili intestati a costo quasi nullo. Nessun indebitamento eccessivo, nessun rischio fuori controllo. Solo una visione di lungo termine che oggi inizia già a dare i suoi frutti.
Avere tre case in affitto significa anche maggiore sicurezza nel tempo: se un inquilino lascia, gli altri due continuano a coprire il mutuo. È un equilibrio intelligente tra rischio e rendimento. E tutto è partito da un anticipo e da una gestione oculata.
100.000 euro: meglio buoni postali o BTP Green?
Con il capitale ricevuto dai genitori, Luigi ha deciso di diversificare. Non tutto negli immobili: una parte vuole investirla. Ecco allora il confronto tra due strumenti a basso rischio: i buoni fruttiferi postali e il BTP Green.
I buoni, in 20 anni, promettono un rimborso netto di 170.515,86 euro. Interessante, ma non particolarmente redditizio. In pratica, un guadagno netto di circa 70.500 euro.
Dall’altra parte, il BTP Green AP45 è emesso a 64,07 ma sarà rimborsato a 100 nel 2045. Con 100.000 euro Luigi compra circa 156.100 euro nominali. Alla scadenza riceverà quindi quei 156.100 euro, con un guadagno in conto capitale di 56.100 euro.
Ma c’è di più: ogni anno riceverà cedole nette per circa 2.341 euro, cioè 46.820 euro in 20 anni. Sommando tutto, il BTP porta a casa 102.920 euro di guadagno netto, ben oltre i buoni. E in più, le cedole semestrali gli offrono una piccola rendita regolare, utile per integrare il reddito o gestire imprevisti, ad esempio di inqulini morosi o che lasciano gli appartamenti.
A Luigi non servono miracoli. Gli bastano i numeri. E quei numeri gli dicono chiaramente che il BTP Green è più vantaggioso, sia per rendimento complessivo che per flusso di cassa.