Tutti parlano di età pensionabile e contributi, ma nessuno ti dice questo dettaglio

Avevano tutto per andare in pensione, ma l’INPS ha detto no. Una decisione del passato ha bloccato il loro futuro. Ecco cosa è successo davvero. Lillino e Serena pensavano fosse arrivato il momento del meritato riposo. E invece si sono trovati davanti a un muro burocratico.

Avevano 67 anni e 20 anni di contributi, ma la pensione non è arrivata. E no, non si tratta di un errore dell’INPS. La loro storia svela un dettaglio che potrebbe cambiare il destino di tanti.

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Lillino e Serena stanno insieme da una vita. Lui ha sempre fatto lavori discontinui: collaborazioni, prestazioni occasionali, qualche incarico come libero professionista. Lei ha seguito i figli, cercando di dare una mano con qualche lavoretto e, quando possibile, versando contributi volontari. Quando Lillino ha raggiunto i 67 anni di età e i famosi 20 anni di contributi, pensavano che nulla potesse più ostacolare la sua pensione. E invece no.

La domanda è stata respinta. Non mancava l’età, non mancavano gli anni versati. Il problema era un altro: anni prima, Lillino aveva optato per il computo dei contributi nella Gestione Separata INPS. Ma cosa significa, esattamente? La Gestione Separata è un fondo previdenziale dell’INPS, creato nel 1995 per raccogliere i contributi di lavoratori non coperti da altre casse: freelance, collaboratori, partite IVA, consulenti, e chi ha carriere frammentate.

Questa scelta ha reso Lillino un contributivo puro, e per questa categoria le regole sono più severe.

Perché 67 anni e 20 anni di contributi non bastano sempre

Chi è iscritto solo alla Gestione Separata o ha chiesto di trasferirvi i propri contributi (come ha fatto Lillino) può accedere alla pensione di vecchiaia contributiva a 67 anni solo se ha almeno 20 anni di contributi e, attenzione, se l’importo della pensione è almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Nel 2025, questa soglia è di circa 808 euro al mese.

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Il problema di Lillino era proprio questo: la pensione prevista era troppo bassa. E così, nonostante avesse tutti i requisiti classici, l’INPS ha respinto la sua richiesta. Ora l’unica alternativa è attendere i 71 anni, quando la pensione di vecchiaia contributiva si ottiene anche con soli 5 anni di contributi, senza più limiti di importo.

Serena, che sognava per loro un po’ di tranquillità, è rimasta spiazzata. E tanti, come loro, rischiano lo stesso errore. Basta poco per trovarsi in difficoltà: una scelta fatta anni prima, spesso senza la giusta informazione.

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