Uno schema raro, tre indizi e un mese chiave: ecco perché aprile potrebbe sorprendere ancora una volta.
Negli ultimi trent’anni, una particolare combinazione di movimenti nei primi tre mesi dell’anno ha offerto uno spunto sorprendente: quando gennaio chiude in positivo e i due mesi successivi chiudono in rosso, aprile ha spesso reagito con un rimbalzo. Nel 2025, questo schema si è ripresentato, proprio mentre i mercati sono scossi dall’annuncio dei nuovi dazi commerciali da parte di Donald Trump. Cosa ci aspetta, ora?

Non è raro che l’andamento del primo trimestre dell’anno lasci tracce nei mesi successivi, ma esistono schemi che sembrano quasi voler raccontare qualcosa. Tra questi, uno in particolare ha attirato l’attenzione di chi analizza i movimenti stagionali degli indici: gennaio con chiusura sopra l’apertura, seguito da febbraio e marzo in calo. Questa sequenza è apparsa solo tre volte negli ultimi trent’anni: nel 1994, 2001 e 2018. In tutte e tre le occasioni, il mese di aprile ha chiuso con un rialzo.
Non stiamo parlando di una legge matematica, ma di una coincidenza ricorrente che merita attenzione. Anche nel 2025 si è formata questa configurazione, proprio in un momento critico, con le borse sotto pressione dopo l’annuncio a sorpresa dei nuovi dazi da parte di Trump. Una mossa che ha colpito la fiducia degli investitori e fatto tremare i listini globali. Ma la storia ci insegna che in passato, in situazioni simili, aprile ha saputo sorprendere. È il momento giusto per osservarlo da vicino?
Mercati finanziari: un pattern raro e coerente
Nel 1994, 2001 e 2018, gennaio si era chiuso sopra l’apertura, mentre febbraio e marzo avevano registrato performance negative. Questo ha dato vita a una sequenza precisa: forza iniziale, due battute d’arresto, e infine una ripartenza ad aprile. E in effetti, in tutti e tre gli anni, il quarto mese ha chiuso con un guadagno. Uno storico del 100% di successo che inevitabilmente accende l’attenzione ogni volta che si ripresenta.

La presenza dello stesso schema nel 2025 non è sfuggita agli osservatori più attenti. Mentre gli indici vacillano di fronte alle nuove tensioni sul commercio internazionale, torna la domanda: la stagionalità potrà battere la geopolitica?
Il mese di aprile ha davvero una marcia in più?
Guardando più in generale al comportamento del Dow Jones dal 1992, emerge che aprile ha chiuso con un guadagno rispetto all’apertura nel 62% dei casi. Si tratta di una probabilità superiore alla media mensile, che rafforza la reputazione di questo mese come potenzialmente favorevole ai rialzi.
Ma c’è di più: nei tre anni in cui si è verificato lo schema gennaio verde, febbraio e marzo rossi, aprile ha chiuso in positivo nel 100% dei casi. Una coincidenza? Forse. O forse no, se pensiamo che anche il 2025 ha mostrato la stessa sequenza. In un contesto segnato da nuove barriere commerciali e instabilità globale, gli investitori si chiedono se aprile saprà ancora una volta spezzare la tendenza negativa.
Le prossime settimane daranno una risposta. Ma nel frattempo, chi guarda ai dati storici sa che la stagionalità non è garanzia di risultato… ma a volte sa farsi ascoltare.