Pensavi che una cedola all’11% fosse una garanzia di guadagno? Biagio lo pensava davvero. Ma sei anni dopo, si ritrova con oltre il 60% in meno.
Una storia vera, concreta, che mostra come anche gli investimenti apparentemente sicuri possono nascondere insidie inaspettate. Non parliamo di teorie o mercati lontani, ma di quello che succede quando si sottovaluta un dettaglio che fa tutta la differenza. Non si tratta della Turchia, ma di come il valore del tuo investimento può cambiare sotto i tuoi occhi, anche senza colpe.

Nel 2018, Biagio aveva deciso di impiegare 10.000 euro in un titolo che gli era sembrato solido. Si trattava di un’obbligazione della Banca Europea per gli Investimenti, un nome che ispira fiducia. Il prodotto offriva una cedola dell’11% all’anno e sarebbe scaduto nel 2026. La sigla era tecnica, “EIB TF 11% AP26 TRY”, ma il concetto era chiaro: ogni anno Biagio avrebbe incassato interessi molto superiori alla media.
Quel “TRY” alla fine del nome indicava però un elemento chiave: l’obbligazione era denominata in lira turca. All’epoca, il tasso di cambio era 5,0472 lire per un euro. Biagio non ci fece troppo caso, pensando che, con un emittente europeo, non ci fossero particolari rischi. Si fidava del nome più che della valuta.
L’effetto del cambio distrugge l’investimento, cedole comprese
Nei primi tempi, l’investimento sembrava funzionare. Ogni anno Biagio riceveva regolarmente la cedola promessa. Ma c’era un dettaglio decisivo: le cedole venivano pagate in lire turche, quindi dovevano essere convertite in euro. Con il passare degli anni, man mano che la lira turca si svalutava, anche gli importi ricevuti in euro diminuivano drasticamente.

Sulla carta, Biagio avrebbe dovuto incassare il 66% in cedole nel corso degli anni (11% annuo per 6 anni). In realtà, a causa del crollo del cambio, ha ricevuto molto meno. Non entriamo nel dettaglio di cosa sia successo in Turchia, perché ciò che conta è l’impatto sul suo investimento: il rendimento effettivo è stato ben inferiore all’11% annuo. E alla scadenza del titolo, il capitale verrà rimborsato ancora una volta in lire turche, oggi crollate a 41,6191 per un euro.
Facendo i conti, i 10.000 euro iniziali convertiti in lire turche nel 2018 valgono oggi, al cambio attuale, circa 3.999 euro. Anche sommando le cedole ricevute in questi anni, Biagio si ritrova con un valore complessivo di molto inferiore alle aspettative. La perdita supera il 60% del capitale iniziale. Tutto questo nonostante l’emittente sia affidabile e le cedole siano state pagate regolarmente.
È un paradosso che molti ignorano: un titolo sicuro può causare perdite se non si considera il rischio di cambio. Biagio non ha sbagliato nella scelta dell’istituzione, ma ha sottovalutato l’impatto della valuta. E quell’11% che sembrava così promettente si è trasformato in una sorta di miraggio.
Questa storia lascia un messaggio chiaro: non basta leggere i numeri, bisogna capire cosa significano davvero. Anche le promesse più invitanti, senza un’analisi attenta, possono portare a risultati opposti.