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Criptovalute

Coinbase sfida le banche: interessi sulle stablecoin e pagamenti via X nel futuro degli USA?

Pubblicato da
Pasquale Antoniacci

Il CEO di Coinbase, Brian Armstrong, chiede al governo USA di consentire pagamenti di interessi su stablecoin come USDC. Secondo lui, sarebbe un’opportunità per milioni di utenti e una leva per riportare innovazione on-chain negli Stati Uniti.

Mentre la regolamentazione crypto resta un terreno delicato negli Stati Uniti, Brian Armstrong, CEO della piattaforma di scambio Coinbase, torna alla carica con una proposta che potrebbe cambiare profondamente il rapporto tra utenti e stablecoin. In un post pubblicato su X (ex Twitter), Armstrong ha chiesto esplicitamente che venga concessa la possibilità di guadagnare interessi su stablecoin come USDC. Il suo messaggio è chiaro: non solo è tecnicamente fattibile, ma rappresenterebbe anche un vantaggio concreto per milioni di persone.

In un futuro vicino ci saranno interessi sulle criptovalute – crypto.it

Le sue parole arrivano in un momento cruciale, mentre il Congresso USA sta discutendo diverse leggi sul settore e le criptovalute cercano un riconoscimento istituzionale sempre più concreto. Ma cosa c’è davvero dietro questa proposta e perché Armstrong sta insistendo proprio ora?

Perché le stablecoin potrebbero offrire interessi (e non lo fanno ancora)

Oggi, le normative statunitensi non consentono ai consumatori di ricevere interessi direttamente sulle stablecoin. Secondo Armstrong, si tratta di una mancanza normativa che penalizza gli utenti rispetto ad altri strumenti. Mentre un conto di risparmio bancario offre mediamente 0,01% di rendimento, un sistema di interesse su stablecoin potrebbe facilmente superare il 4%, come accade già su piattaforme DeFi.

Armstrong sottolinea che questo divario frena l’adozione e toglie opportunità a “miliardi di persone che oggi non hanno accesso a un sistema bancario efficiente”. A suo avviso, consentire interessi su stablecoin rappresenterebbe un passo fondamentale per combattere l’inflazione, offrendo una reale alternativa al risparmio tradizionale.

Le stablecoin già adesso potrebbero offrire interessi sui depositi – crypto.it

Non si tratta solo di efficienza tecnologica, ma di una questione di inclusione finanziaria e competitività globale. Coinbase ha più volte dichiarato di voler mantenere lo sviluppo “on-chain” negli Stati Uniti, evitando che altre giurisdizioni (come Europa o Asia) diventino più attrattive per le innovazioni crypto.

Collaborazione con X e sfida alle banche tradizionali

Armstrong ha anche lanciato una proposta diretta a Elon Musk, suggerendo che la piattaforma X potrebbe integrare i trasferimenti in USDC tra utenti. Una simile funzionalità trasformerebbe la ex Twitter in un vero wallet globale, sfruttando la potenza delle stablecoin per micro-pagamenti, invii internazionali e soluzioni peer-to-peer.

Secondo Followin.io, un’integrazione tra Coinbase e una piattaforma come X sarebbe un punto di svolta nella user adoption, aprendo la strada a servizi integrati dove il confine tra social e finanza si assottiglia sempre più. Ma per farlo, serve una base normativa chiara. Armstrong ha quindi rilanciato un appello al governo e al Congresso per spingere l’innovazione crypto invece di bloccarla.

Come sottolineato anche da Benzinga, l’idea di Armstrong potrebbe sfidare il monopolio delle banche sui depositi e generare pressioni per aggiornare un sistema bancario che appare sempre più distante dai bisogni dei consumatori digitali. Il futuro delle stablecoin regolamentate potrebbe cominciare proprio da qui.

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