Con oltre 528.000 BTC accumulati, l’ex MicroStrategy Michael Saylor è oggi la più grande balena di Bitcoin al mondo. Opportunità o rischio per il mercato? C’è chi parla di visione a lungo termine e chi teme un impatto sistemico: cosa c’è dietro l’ultima maxi operazione da 2 miliardi di dollari.
Nessuno nel mondo crypto è più associato a Bitcoin di Michael Saylor, fondatore e presidente esecutivo di Strategy (ex MicroStrategy). Dal 2020 l’azienda ha trasformato la sua missione principale: da società di software business intelligence a veicolo di investimento concentrato esclusivamente sull’asset digitale più capitalizzato al mondo.
Ma la notizia che il 31 marzo 2025 Strategy abbia acquistato altri 22.048 BTC per circa 2 miliardi $ ha riacceso il dibattito: può un singolo attore privato detenere oltre il 2,5% dell’intera offerta di Bitcoin senza sollevare preoccupazioni?
Con quest’ultimo acquisto, Strategy porta il proprio portafoglio a 528.185 BTC, un valore che, ai prezzi attuali, supera ampiamente i 35 miliardi $. Il finanziamento dell’operazione è avvenuto tramite una combinazione di emissioni di azioni ordinarie e privilegiate, raccogliendo così quasi 2 miliardi $.
Secondo Michael Saylor, Bitcoin è destinato a diventare la nuova base monetaria globale e questa accumulazione non fa che rafforzare la posizione dell’azienda come “cassa forte digitale”. Tuttavia, la concentrazione crescente di BTC in mano a un unico soggetto inizia a preoccupare una parte della comunità.
Alcuni analisti – come il team di MarketWatch – evidenziano come la strategia ultra-rialzista di Strategy presenti rischi non trascurabili. In primis, se l’azienda dovesse affrontare difficoltà finanziarie o decidere di vendere parte delle riserve, l’effetto sul mercato potrebbe essere devastante per la volatilità e il sentiment.
Inoltre, c’è chi segnala una riduzione dell’entusiasmo degli investitori istituzionali verso le nuove emissioni azionarie utilizzate per finanziare le operazioni crypto, con un potenziale impatto negativo sulla sostenibilità del modello. In questo senso, alcuni osservatori iniziano a chiedersi se Michael Saylor – celebrato da molti come il più grande Bitcoin bull della storia – possa un giorno “tirare il tappeto” al mercato.
Un altro tema critico riguarda la decentralizzazione. Per sua natura, Bitcoin è nato per essere un sistema distribuito e privo di controllo centralizzato. Se un singolo soggetto arriva a detenere oltre il 2,5% della supply massima (21 milioni di BTC), è inevitabile porsi delle domande sull’integrità futura della rete.
Tuttavia, altri esperti – tra cui gli analisti di Barron’s – ritengono che la visione di Saylor sia coerente con un piano di accumulazione a lungo termine, e che proprio l’irrevocabilità delle chiavi private e la trasparenza della blockchain fungano da garanzia contro manovre speculative improvvise. Il vero nodo, secondo questi analisti, sarà la capacità di Strategy di continuare a sostenere il proprio business tradizionale, oggi completamente oscurato dall’esposizione a BTC.
Nel frattempo, il prezzo di Bitcoin resta elevato, ma con una volatilità crescente. E l’intero ecosistema guarda con attenzione ogni movimento di quella che, a tutti gli effetti, è diventata la più influente entità istituzionale dell’intero mercato crypto.
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