Il rischio di tariffe fino al 200% sugli alcolici europei fa tremare il titolo Campari in Borsa. Ma il gruppo potrebbe avere un asso nella manica.
Secondo AlphaValue, l’Aperol è la chiave per proteggere la redditività negli Stati Uniti. Ecco cosa dicono gli analisti.
Il mercato guarda con crescente preoccupazione al dossier commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. In particolare, la minaccia di dazi USA al 200% sugli alcolici europei rischia di colpire duramente aziende come Campari, il cui business è fortemente esposto al mercato statunitense. Il titolo ha reagito con debolezza in Borsa, penalizzato dall’incertezza normativa e dal rischio di contraccolpi sui margini.

Ma in questo scenario complesso, il gruppo guidato da Bob Kunze-Concewitz potrebbe contare su una risorsa strategica: il marchio Aperol, tra i più dinamici e redditizi nel portafoglio della società.
Aperol: un brand globale, agile e potenzialmente al riparo
L’Aperol Spritz è diventato in pochi anni uno dei cocktail più amati anche oltre oceano. La sua popolarità negli Stati Uniti lo rende un asset centrale per Campari, soprattutto in un contesto dove alcuni prodotti potrebbero subire aumenti di prezzo dovuti ai dazi. Secondo l’analisi di AlphaValue, il gruppo potrebbe sfruttare alcune leve per attutire l’impatto delle tariffe, puntando proprio su Aperol per preservare volumi e redditività.
Uno dei vantaggi principali potrebbe derivare da specifiche classificazioni tariffarie meno penalizzanti per alcune tipologie di prodotti, oppure da accordi di produzione e distribuzione locali. Non è da escludere, infatti, che Campari valuti una maggiore localizzazione delle attività per limitare i costi doganali e restare competitiva.

A livello operativo, la società ha già dimostrato flessibilità, e il marchio Aperol si presta bene a campagne di marketing mirate e a partnership con catene di ristorazione e bar negli USA. Inoltre, il prodotto è spesso percepito come premium ma accessibile, un posizionamento ideale per resistere all’eventuale trasferimento di costi sui consumatori.
Il giudizio degli analisti: target price in rialzo nonostante le incertezze
Secondo le più recenti raccomandazioni raccolte da Soldionline.it, gli analisti si mantengono prudentemente ottimisti sul titolo Campari. Intesa Sanpaolo ha abbassato il rating a “Hold” con target price a 6,50 €, mentre HSBC mantiene il giudizio “Buy” pur riducendo l’obiettivo a 8,30 €. Anche Deutsche Bank, Barclays, Equita SIM e UBSconfermano valutazioni tra “Neutral” e “Buy”, con target compresi tra 6,10 € e 8,10 €.
Il prezzo obiettivo medio secondo MarketScreener è pari a 7,15 €, circa il 32% sopra le attuali quotazioni (5,49 €alla chiusura del 1° aprile 2025). Il target massimo arriva a 10,40 €, mentre quello minimo si ferma a 4,50 €.
Dunque, malgrado la pressione del contesto geopolitico, Campari gode ancora di una discreta fiducia da parte del mercato, grazie alla forza dei suoi brand e alla capacità di adattamento strategico. Il futuro, per ora, si gioca sulla resilienza commerciale e sulla capacità di reazione del gruppo in uno dei suoi mercati chiave.