Tra tutte le aziende quotate a Wall Street, alcune mostrano segnali evidenti di sottovalutazione secondo i principali indicatori di analisi fondamentale.
Scopri quali titoli sono nel mirino degli investitori value: il confronto tra P/E, P/B e P/CF rivela opportunità sorprendenti.
Capita spesso di sentir parlare di “azioni sottovalutate”, ma cosa significa davvero? E soprattutto, come si misurano? In finanza, esistono indicatori precisi che aiutano a capire se un titolo è scambiato a un prezzo inferiore rispetto al suo valore intrinseco. Tra questi, i più usati sono il P/E (prezzo/utili), il P/B (prezzo/valore contabile) e il P/CF (prezzo/flusso di cassa). Un valore basso di questi multipli, rispetto alla media del settore o del mercato, può indicare una potenziale occasione d’acquisto.
Abbiamo selezionato le azioni più sottovalutate tra quelle quotate negli Stati Uniti utilizzando proprio questi tre criteri. Il risultato è una classifica di sette titoli che compaiono contemporaneamente tra i migliori per P/E, P/B e P/CF, offrendo uno spunto concreto a chi adotta un approccio value investing.
Al primo posto troviamo General Motors (GM), che presenta un P/E di 7,60, un P/B di 0,74 e un P/CF di 2,45. Questi valori indicano una valutazione molto contenuta rispetto ai fondamentali. Il settore automobilistico, nonostante le sfide, continua a offrire rendimenti interessanti, specialmente in ottica di lungo periodo.
Segue Ford Motor Company (F), altra big dell’automotive americana. Con un P/E di 6,65, un P/B di 0,86 e un P/CF di 2,54, Ford mostra caratteristiche simili a GM, ma con una leva finanziaria leggermente più elevata. Tuttavia, anche in questo caso il titolo appare fortemente sottovalutato.
Sul podio anche Synchrony Financial (SYF), attiva nei servizi finanziari. I suoi multipli sono estremamente competitivi: P/E di 6,14, P/B di 1,33 e P/CF di 2,10. Inoltre, secondo le ultime valutazioni degli analisti (fonte: MarketScreener), il titolo ha anche un buon margine di crescita, con target price superiori ai valori attuali.
Al quarto posto si colloca AES Corporation (AES), società del settore energetico. Con un P/E di 5,23, è tra le più basse in assoluto, mentre il P/CF a 3,22 la rende appetibile dal punto di vista del cash flow. Unico limite: il P/B pari a 2,42, superiore alla media del gruppo, segnale di una valutazione patrimoniale più elevata.
Completano la classifica due compagnie aeree, United Airlines (UAL) e Delta Air Lines (DAL), entrambe con multipli molto bassi ma P/B leggermente sopra la media (1,82 e 1,85). Le due aziende mostrano buona redditività operativa ma risentono ancora della ciclicità e della volatilità del settore travel.
Infine, Devon Energy (DVN), attiva nel settore oil & gas, presenta un P/E di 8,04, P/B di 1,65 e P/CF di 3,59. Meno sottovalutata delle precedenti, ma comunque interessante in ottica di flusso di cassa e dividendi.
Questi sette titoli rappresentano esempi concreti di come gli indicatori fondamentali possano ancora guidare decisioni d’investimento efficaci, specialmente in mercati dominati da volatilità e hype tecnologico.
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