Nexi valuta la vendita della rete: TPG offre 800 milioni, ma gli analisti restano cauti

Offerta multimilionaria del fondo TPG per la rete interbancaria di Nexi: in corsa anche Cdp e BFF. Il titolo resta sotto pressione, ma il mercato guarda con interesse alle prossime mosse.

Negli ultimi mesi, l’interesse strategico attorno a Nexi si è intensificato, complice una possibile cessione della sua rete interbancaria, un asset ritenuto fondamentale per l’infrastruttura finanziaria del Paese. Il fondo statunitense TPG Capital ha presentato un’offerta che supera gli 800 milioni di euro per la divisione Digital Banking Solutions (DBS) del gruppo, che include la Rete Nazionale Interbancaria (RNI).

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C’è un forte interesse intorno alla rete interbancaria di Nexi – crypto.it

Un’offerta che ha acceso i riflettori sul futuro di un’area chiave per l’ecosistema dei pagamenti digitali italiani, in un momento storico in cui la sovranità tecnologica e la sicurezza dei dati bancari assumono un ruolo sempre più centrale.

TPG, Cdp e il nodo strategico dell’infrastruttura

La RNI collega tra loro le banche italiane e le interfaccia con la Banca d’Italia, gestendo flussi sensibili come la centrale rischi, i sistemi anti-frode e altri servizi critici. È facile capire perché la sua eventuale cessione a un fondo estero susciti attenzione. Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che detiene il 18,5% di Nexi, sta valutando la possibilità di una controproposta, anche in partnership con BFF Bank. La presenza di un soggetto a partecipazione pubblica riflette la volontà dello Stato italiano di mantenere il controllo su asset strategici, anche in vista dello sviluppo dell’euro digitale e dell’evoluzione delle infrastrutture di pagamento.

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L’infrastruttura di Nexi ha un ruolo chiave e strategico anche per lo Stato – crypto.it

L’operazione, però, è tutt’altro che chiusa. Già in passato Nexi aveva tentato la cessione della stessa divisione a F2i, senza arrivare a un accordo. Ora il dossier è tornato d’attualità, con un valore economico più alto ma anche con maggiori implicazioni di natura politica e sistemica. Per gli investitori, la vendita della DBS rappresenta una potenziale occasione di riassetto del business e di creazione di valore, ma anche un passaggio che potrebbe influire sul posizionamento strategico del gruppo nel medio periodo.

Prezzo in calo e analisti divisi: cosa aspettarsi dal titolo

Nel frattempo, il titolo Nexi resta sotto pressione. La quotazione attuale si aggira attorno ai 5,18 euro, ben al di sotto dei valori registrati nei trimestri precedenti. Gli analisti non sembrano concordi sul futuro: il prezzo obiettivo medio è di 7,04 euro, con un target massimo di 9 euro e un minimo di 5,30 euro. Rispetto al valore attuale, l’upside teorico è di circa +36%, ma diversi operatori hanno recentemente tagliato il target price e abbassato il giudizio.

Dal 1° gennaio 2025, Morgan Stanley ha ridotto il rating a “Underweight” con un obiettivo di 4,75 euro, Barclays ha confermato lo stesso giudizio con un target di 4,90 euro, e Intesa Sanpaolo ha rivisto la raccomandazione da “Buy” a “Hold”. Anche Deutsche Bank ha mantenuto un profilo cauto, abbassando il target a 5,50 euro, mentre solo Equita Sim ha mantenuto una visione più ottimista, con rating “Buy” e target a 9 euro.

Il contesto resta dunque incerto: da una parte l’interesse strategico per la rete interbancaria di Nexi potrebbe rafforzare il business core e generare liquidità, dall’altra i dubbi degli analisti e la concorrenza sempre più agguerrita nel settore dei pagamenti digitali continuano a pesare sul sentiment di mercato.

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