Ritirarsi prima dal lavoro è possibile? Nel 2025, alcune misure potrebbero consentire di accedere alla pensione anticipata. Scopri quali opportunità ci sono per chi vuole lasciare il lavoro prima dei 67 anni.
Immagina di avere 60 anni e di poter finalmente goderti il tempo libero. Niente più sveglie all’alba, traffico e riunioni infinite. Per molti, il pensionamento anticipato potrebbe diventare realtà nel 2025.

Ma chi può davvero beneficiarne? Ettore, Assunta e Margherita hanno storie diverse, ma un obiettivo comune: lasciare il lavoro il prima possibile. Vediamo quali soluzioni potrebbero aiutarli e quali sono i requisiti per ottenere la pensione anticipata.
Quota 103: l’opzione per chi ha molti contributi
Ettore ha 62 anni e ha lavorato fin da giovane. Con più di 41 anni di contributi, potrebbe accedere a Quota 103, che permette di andare in pensione con 62 anni d’età e 41 anni di versamenti. Questa misura, introdotta nel 2023, potrebbe essere confermata anche per il 2025, offrendo una via d’uscita anticipata per molti lavoratori.

L’assegno pensionistico verrebbe calcolato con il sistema misto, che combina il metodo retributivo e quello contributivo. Il metodo retributivo si basa sugli ultimi stipendi percepiti, mentre il contributivo tiene conto di quanto effettivamente versato nel corso della carriera lavorativa. Tuttavia, esiste un tetto massimo per l’importo erogato, e questo potrebbe ridurre il valore finale della pensione. Ettore dovrà valutare attentamente se accettare una pensione potenzialmente più bassa in cambio della libertà di lasciare il lavoro prima.
Opzione Donna e Ape Sociale: pensione anticipata per le lavoratrici
Assunta ha 60 anni e desidera trascorrere più tempo con la famiglia. Con 35 anni di contributi, potrebbe accedere a Opzione Donna, una misura che consente alle lavoratrici di lasciare il lavoro in anticipo, a condizione di accettare il calcolo della pensione con il metodo contributivo. Questo significa che l’importo dell’assegno potrebbe essere più basso rispetto a chi aspetta la pensione di vecchiaia, ma la possibilità di ritirarsi prima potrebbe essere un vantaggio significativo per molte donne.
Margherita, invece, ha 63 anni e ha svolto lavori pesanti per tutta la vita. Per lei, l’Ape Sociale potrebbe essere la soluzione migliore. Riservata a chi ha avuto una carriera gravosa o si trova in difficoltà economica, questa misura consente di accedere a un assegno temporaneo con 30-36 anni di contributi, a seconda della categoria professionale. L’assegno verrà erogato fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Lavoratori precoci e Isopensione: il vantaggio per chi ha iniziato presto
Ettore ha iniziato a lavorare a 18 anni e nel 2025 avrà già 41 anni di contributi. Grazie alle regole per i lavoratori precoci, chi ha maturato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni può andare in pensione con 41 anni di versamenti, indipendentemente dall’età anagrafica. Questo significa che molti potranno lasciare il lavoro a 60-61 anni, senza dover attendere i 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia.
Per chi lavora in aziende con più di 15 dipendenti, esiste un’altra opportunità: l’Isopensione. Questa misura consente ai datori di lavoro di accompagnare il dipendente verso la pensione anticipata, coprendo i costi previdenziali fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Una soluzione utile per chi desidera lasciare il lavoro prima, senza subire penalizzazioni economiche rilevanti.
Le possibilità per il pensionamento anticipato nel 2025 sono molteplici, ma ogni caso è diverso. Chiunque voglia approfittare di queste misure dovrà verificare i requisiti richiesti e valutare attentamente l’impatto economico della scelta. Lasciare il lavoro prima potrebbe essere un’opportunità unica, ma conviene fare bene i calcoli prima di prendere una decisione definitiva.