Forse non lo sai, ma ci sono condizioni ben precise che lo permettono. Ecco cosa devi sapere per non commettere errori e sfruttare al meglio questa possibilitĂ .
Giancarlo, Giuseppe e Antonietta si sono ritrovati, ognuno a modo suo, a dover affrontare un problema comune: assistere un amico in difficoltà . Ognuno di loro si è chiesto se fosse possibile ottenere i permessi 104 per prendersi cura di una persona cara, anche senza un legame di sangue.
La risposta, sorprendentemente, non è così scontata. Le normative sono chiare, ma non tutti sanno che in alcuni casi anche un amico può essere considerato “familiare” ai fini dell’assistenza. Ma come funziona esattamente? Ci sono vincoli da rispettare? Vediamo cosa dice la legge e come stanno le cose oggi.
Parlare di permessi 104 fa subito pensare all’assistenza di un familiare stretto: un genitore, un figlio, il coniuge. Ma c’è un aspetto che spesso viene sottovalutato. La legge prevede che anche un convivente di fatto possa ottenere questi permessi, purché sia registrato all’anagrafe come facente parte dello stesso nucleo familiare della persona assistita. Questo significa che un amico, se risulta convivente stabile, può rientrare tra i beneficiari.
Prendiamo il caso di Giancarlo, che vive da anni con il suo amico d’infanzia, Giuseppe, affetto da una grave disabilità . I due condividono l’appartamento e risultano nello stesso stato di famiglia. Grazie a questa convivenza formalmente riconosciuta, Giancarlo ha ottenuto i tre giorni di permesso retribuiti al mese per assistere Giuseppe, senza dover ricorrere a un familiare biologico.
Il principio alla base di questa concessione è che l’assistenza deve essere garantita da una persona che condivida un legame affettivo e di aiuto reciproco con il disabile, indipendentemente dal vincolo di parentela. Tuttavia, per evitare abusi, è indispensabile che la convivenza sia registrata ufficialmente. Senza questo requisito, il diritto ai permessi decade.
Negli ultimi mesi ci sono state alcune modifiche che rendono la gestione dei permessi 104 più flessibile. Fino a poco tempo fa, chi usufruiva dei permessi per assistere una persona con disabilità grave doveva essere l’unico “referente unico” per quell’assistenza. Questo significava che solo una persona poteva ottenere i permessi per lo stesso assistito. Con il D. Lgs. n. 105 del 2022, questa regola è stata eliminata.
Ora più persone possono alternarsi nell’assistenza, suddividendosi i tre giorni di permesso mensili. Questo cambiamento ha favorito situazioni come quella di Antonietta, che si prende cura del suo vicino di casa con disabilità . Tuttavia, nel suo caso specifico, non potrà ottenere i permessi 104 perché non convive stabilmente con lui.
Secondo la normativa vigente, per beneficiare di tali permessi è necessario che il lavoratore sia convivente di fatto con la persona assistita, con la convivenza ufficialmente registrata all’anagrafe. Poiché Antonietta e il suo vicino non risultano nello stesso stato di famiglia e non condividono lo stesso domicilio in modo stabile e ufficiale, non ha diritto ai permessi previsti dalla Legge 104.
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