Conto corrente e Fisco: lasciare la causale del bonifico vuota può costarti caro. Ecco cosa scrivere per stare tranquilli

Un semplice bonifico può diventare un problema fiscale se la causale non è chiara. Il Fisco potrebbe interpretare il trasferimento di denaro in modo sfavorevole per te. Scopri come evitare brutte sorprese e quali sono le diciture corrette per ogni situazione.

Martina si è trovata in una situazione che potrebbe capitare a chiunque. Suo fratello, in un momento di difficoltà economica, le ha chiesto un aiuto temporaneo.

Donna che scrive al pc
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Lei, senza pensarci troppo, ha disposto un bonifico di 2.000 euro sul suo conto corrente, lasciando in bianco la causale. Solo dopo ha iniziato a chiedersi se questa operazione potesse attirare attenzioni indesiderate da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ha fatto bene o ha commesso un errore che potrebbe costarle caro?

È un dubbio più comune di quanto si pensi. Un semplice passaggio di denaro tra privati, se non motivato correttamente, può essere visto dal Fisco come un’operazione sospetta. E in alcuni casi, ciò può tradursi in accertamenti fiscali e richieste di chiarimenti. Ma è davvero obbligatorio scrivere una causale? E soprattutto, cosa conviene indicare per evitare problemi?

Perché la causale del bonifico è importante

Molti credono che la causale del bonifico sia un elemento secondario, utile solo per un’organizzazione personale delle spese. In realtà, sebbene non sia obbligatoria per legge, la sua assenza può generare dubbi e portare a controlli fiscali.

Monete
Perché la causale del bonifico è importante-crypto.it

Questo perché il Fisco ha il potere di monitorare i movimenti bancari e, se un’operazione non è adeguatamente giustificata, può essere considerata reddito non dichiarato.

L’ordinanza n. 16850 della Cassazione del 19 giugno 2024 ha rafforzato questo principio: se un contribuente non fornisce valide giustificazioni sui movimenti del proprio conto, l’Agenzia delle Entrate può procedere con un accertamento bancario. In altre parole, ogni bonifico senza una spiegazione chiara potrebbe far scattare un campanello d’allarme.

Cosa scrivere nella causale per evitare problemi

Per evitare il rischio di accertamenti fiscali, è buona norma compilare sempre la causale in modo preciso e dettagliato. Se, come Martina, stai aiutando un parente o un amico con un prestito temporaneo, la dicitura corretta potrebbe essere “prestito infruttifero tra privati”. Questa specifica aiuta a dimostrare che non si tratta di un reddito percepito, ma di una somma data in prestito senza interessi.

Nel caso di un pagamento di un affitto, meglio scrivere “Canone di locazione marzo 2025”. Se stai pagando una fattura, indica il numero del documento e l’oggetto, come “Saldo fattura n. 123, acquisto servizio di consulenza”. Per i bonifici legati ai bonus edilizi, invece, occorre usare il cosiddetto “bonifico parlante”, che include il codice fiscale del pagante, la partita IVA del beneficiario e il riferimento alla norma di legge per le detrazioni.

Una descrizione accurata, quindi, non solo aiuta a tenere traccia delle proprie spese, ma serve anche a proteggersi da possibili interpretazioni errate da parte del Fisco. Martina, dopo aver realizzato il rischio, ha subito contattato la banca per correggere l’operazione.

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