Federica e Valentina hanno deciso di svuotare casa e mettere in vendita alcuni oggetti online. All’inizio sembrava un’ottima idea: liberare spazio e guadagnare qualche soldo extra.
Ma quando hanno iniziato a ricevere somme importanti sui loro conti, si sono chieste: “Dobbiamo dichiarare questi soldi? Il Fisco potrebbe farci problemi?”.

Se anche tu hai mai avuto questo dubbio, sei nel posto giusto. Le regole sulla vendita tra privati possono essere più insidiose di quanto pensi e, se non vuoi rischiare, meglio capire bene come muoversi.
Vendere tra privati: quando scatta l’obbligo fiscale?
Se vendi un vecchio cellulare o un mobile che non usi più, il Fisco non ti chiederà nulla. Ma se inizi a vendere con frequenza e a realizzare un guadagno, la situazione cambia.

La regola chiave è capire se la vendita genera un profitto, ossia se stai vendendo a un prezzo superiore a quello d’acquisto. In questo caso, il guadagno potrebbe essere considerato “reddito diverso” e dovresti inserirlo nel tuo modello 730.
L’aspetto cruciale è la continuità dell’attività. Se vendi occasionalmente, non devi preoccuparti. Se invece le vendite diventano costanti e ingenti, potresti rientrare nella categoria di attività commerciale, e questo richiederebbe l’apertura di una partita IVA. Un campanello d’allarme potrebbe essere, per esempio, la vendita di oggetti nuovi o in grandi quantità.
Per evitare problemi, è sempre utile tenere traccia delle transazioni: ricevute, screenshot delle vendite e dettagli sugli oggetti venduti. Questo può aiutarti a dimostrare che non stai facendo impresa, ma solo liberando spazio in casa.
Cosa rischi se non dichiari i guadagni?
Molti pensano che, trattandosi di vendite tra privati, non ci siano controlli. Ma in realtà, il Fisco ha strumenti per monitorare le transazioni, soprattutto quando i pagamenti avvengono tramite bonifico o PayPal. Se ricevi pagamenti regolari sul conto corrente e non hai una spiegazione chiara, potrebbero essere considerati reddito imponibile.
Federica e Valentina, per esempio, hanno iniziato a ricevere cifre importanti dalle loro vendite online. Non avendo conservato documenti che dimostrassero l’origine di quei soldi, il Fisco avrebbe potuto contestare loro un reddito non dichiarato.
Le sanzioni possono essere salate: dichiarare meno di quanto dovuto può portare a multe che vanno dal 120% al 240% dell’imposta evasa. Inoltre, se l’attività è continuativa e non dichiarata, si rischia persino una denuncia per evasione fiscale.
Per stare tranquilli, il consiglio è semplice: se vendi solo occasionalmente e senza profitto, non hai nulla da temere. Se invece realizzi un guadagno significativo, meglio dichiararlo. In caso di dubbi, una consulenza con un commercialista può evitarti problemi ben più grandi.