Recessione USA al 35%: tra dazi di Trump e segnali dalla curva dei rendimenti

L’economia statunitense è sotto pressione: i nuovi dazi imposti da Trump e l’inversione della curva dei rendimenti stanno alimentando il timore di una recessione imminente.

Negli ultimi mesi, gli indicatori economici hanno lanciato segnali preoccupanti. Da un lato, la politica commerciale di Donald Trump, con un incremento dei dazi su acciaio e alluminio, ha scatenato tensioni con i principali partner economici degli Stati Uniti, aumentando i costi di produzione per molte aziende americane e generando incertezza nei mercati finanziari. Dall’altro, la curva dei rendimenti ha confermato il suo storico ruolo di campanello d’allarme, con una probabilità di recessione stimata al 23%, in crescita. Questo fenomeno riflette il timore degli investitori riguardo al rallentamento economico, mentre la Federal Reserve cerca di bilanciare la sua politica monetaria per evitare un crollo della domanda interna.

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La recessione incombe sull’economia a stelle e strisce – crypto.it

Secondo le ultime analisi, però, il rischio complessivo di recessione nel 2025 potrebbe arrivare fino al 35%, un livello che non si vedeva da anni e che preoccupa sia le imprese che i consumatori. Ma cosa significa tutto questo per l’economia e per gli investitori? È possibile che la combinazione tra politiche protezionistiche e segnali macroeconomici negativi possa accelerare una crisi finanziaria?

L’impatto dei dazi di Trump sulla crescita economica

Le nuove misure tariffarie introdotte dall’ex presidente Trump hanno suscitato forti preoccupazioni tra economisti e mercati finanziari. L’aumento dei dazi su acciaio e alluminio canadesi ha già avuto effetti negativi sulla capitalizzazione di mercato di Wall Street, con il Nasdaq che ha perso oltre mille miliardi di dollari. Inoltre, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita del PIL statunitense da parte di Goldman Sachs – passato dal 2,4% all’1,7% – riflette l’impatto negativo che queste politiche potrebbero avere nel medio termine.

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I dazi potrebbero affossare l’economia americana – crypto.it

Secondo Alec Kersman di Pimco, la probabilità di una recessione negli Stati Uniti nel 2025 è salita al 35%, un dato significativamente più alto rispetto al 15% registrato a dicembre. Il motivo? Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento e l’aumento dei costi per le imprese potrebbero frenare l’attività economica e spingere il paese verso una contrazione economica.

Il segnale della curva dei rendimenti: un rischio reale?

Se i dazi rappresentano un elemento di rischio per la crescita, la curva dei rendimenti ha aggiunto ulteriore incertezza. Storicamente, un’inversione della curva – ovvero quando i rendimenti dei titoli a breve termine superano quelli a lungo termine – ha preceduto ogni recessione USA degli ultimi 50 anni. Attualmente, il 23% degli analisti prevede una recessione basandosi su questo indicatore, un dato che conferma il sentiment negativo nei mercati.

Le conseguenze di questa inversione potrebbero includere:

  • Maggiore volatilità nei mercati azionari, con gli investitori che cercano rifugi sicuri come i Treasury bond.
  • Rallentamento della crescita economica, con un possibile calo degli investimenti aziendali e della domanda interna.
  • Possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, per contrastare l’effetto recessivo della politica commerciale e delle condizioni monetarie restrittive.

Tuttavia, alcuni economisti ritengono che l’economia statunitense possa ancora evitare una recessione grazie alla solidità del mercato del lavoro e alla resilienza dei consumi.

Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente sia le mosse della Federal Reserve che gli sviluppi sul fronte delle politiche commerciali di Trump, per comprendere meglio l’evoluzione del quadro macroeconomico e proteggere i propri portafogli di investimento.

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