Hai mai avuto paura che una pratica burocratica potesse compromettere un aiuto economico fondamentale? L’indennità di accompagnamento è un sostegno essenziale, ma basta un errore nella documentazione per rallentare o addirittura bloccare la pratica.
Antonella e Giuseppe, una coppia di anziani, si trovano in difficoltà: Antonella ha bisogno di assistenza continua, e Giuseppe, non più nel pieno delle forze, fatica a occuparsene da solo. Il loro medico, il dottor Amilcare Antonioni, è un professionista attento, ma sa che, per aiutarli, deve compilare il certificato nel modo corretto.

Una svista potrebbe costare loro mesi di attesa o addirittura il rifiuto dell’indennità. Vediamo insieme quali informazioni sono davvero indispensabili.
Indennità di accompagnamento: chi ne ha diritto e come fare domanda
L’indennità di accompagnamento è un aiuto economico destinato a chi, a causa di una grave disabilità, non è in grado di compiere gli atti quotidiani della vita o di muoversi autonomamente senza assistenza. Non ci sono limiti di reddito, il diritto si basa esclusivamente sulla minorazione.

Per il 2025, l’importo è di 542,02 euro al mese per 12 mensilità ed è esente dall’IRPEF. Tuttavia, non basta solo avere una patologia invalidante per ottenerlo, bisogna seguire un iter preciso e presentare la documentazione corretta.I requisiti fondamentali prevedono una totale inabilità (100%) per patologie fisiche o psichiche e l’impossibilità di deambulare senza aiuto permanente, oppure la necessità di assistenza continua per gli atti quotidiani. Inoltre, è necessario essere cittadini italiani o risiedere in Italia con un permesso di soggiorno valido e avere una residenza stabile nel Paese.
La procedura inizia con il certificato medico introduttivo, rilasciato dal proprio medico di base. Solo con questo documento è possibile presentare la domanda all’INPS, attraverso il sito ufficiale, un patronato o un’associazione di categoria.
Cosa deve scrivere il medico per evitare rifiuti o ritardi
Il certificato medico è il primo passo per ottenere l’indennità di accompagnamento, ma deve essere compilato con estrema precisione. Molte richieste vengono respinte perché il medico utilizza formule vaghe o generiche. Per evitare problemi, è essenziale che nel certificato vengano riportate frasi chiave specifiche.
Se il paziente non riesce a camminare senza aiuto, il medico deve scrivere “Persona impossibilitata a deambulare”. Se, invece, non è in grado di svolgere autonomamente attività basilari come mangiare, lavarsi o vestirsi, deve essere indicata la dicitura “Persona che necessita di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”. Oltre alla formulazione corretta, il certificato deve contenere i dati anagrafici completi del richiedente, una diagnosi dettagliata con l’indicazione della gravità e delle conseguenze sulla vita quotidiana e, se disponibili, eventuali esami clinici o referti che confermino la patologia.
Il medico non deve esprimere giudizi sulla durata della disabilità, poiché questa valutazione spetta alla Commissione Medica Legale. Inoltre, il certificato ha una validità di 90 giorni, quindi è importante presentare la domanda rapidamente per evitare scadenze inutili. Grazie alla recente riforma introdotta dal D. Lgs. 62/2024, la Commissione può richiedere integrazioni documentali solo se strettamente necessario, riducendo i tempi di attesa. Il procedimento deve concludersi entro 90 giorni, con una sospensione massima di 60 giorni, prorogabili solo su richiesta dell’interessato. Per persone con patologie oncologiche gravi, invece, la valutazione deve essere completata entro 15 giorni, evitando ritardi che potrebbero compromettere l’accesso a cure e assistenza.