Marta, Davide ed Emilio hanno lavorato per una vita e ora si chiedono se potranno finalmente andare in pensione anticipata nel 2025. Le nuove regole dell’INPS hanno introdotto alcuni cambiamenti importanti che potrebbero influire sui loro piani.
Per Marta, che ha cresciuto due figli, per Davide, che ha svolto un lavoro usurante, e per Emilio, che ha appena compiuto 62 anni, le opzioni non sono così scontate.

Con la nuova Legge di Bilancio 2025, alcune misure sono state prorogate, altre modificate e, come sempre, ci sono vincoli e limitazioni da considerare. Prima di prendere una decisione, bisogna valutare bene i requisiti e gli impatti economici di ogni scelta. Quale sarà la strada migliore per loro? E, soprattutto, tu in quale situazione ti trovi?
Quota 103: chi può davvero approfittarne nel 2025?
La pensione anticipata flessibile, conosciuta come Quota 103, resta disponibile anche nel 2025, ma con alcune restrizioni che potrebbero ridurre l’attrattiva di questa opzione. I requisiti principali per accedere restano invariati:

62 anni di età;
41 anni di contributi.
Tuttavia, il calcolo dell’assegno pensionistico rimane basato sul sistema contributivo, spesso meno favorevole rispetto al sistema misto. Inoltre, l’importo massimo mensile della pensione non potrà superare 2.413,60 euro lordi fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia. E per chi pensava di integrare la pensione con qualche attività lavorativa, c’è una limitazione: non si possono cumulare redditi da lavoro, a meno che non si tratti di lavoro autonomo occasionale entro il tetto di 5.000 euro annui.
Davide, operaio metalmeccanico da 42 anni, potrebbe accedere alla Quota 103, ma dovrà aspettare almeno 7 mesi (o 9 mesi se fosse un dipendente pubblico) prima di incassare il primo assegno. Vale la pena attendere o conviene cercare altre strade? Questo è il dilemma di molti lavoratori nella sua situazione.
Opzione Donna e APE Sociale: due soluzioni, ma non per tutte
Per Marta, impiegata amministrativa con 35 anni di contributi e 59 anni d’età (avendo due figli), la Opzione Donna resta un’opportunità, ma con limitazioni precise. Questa misura è riservata a:
donne con almeno 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2024;
madri, che possono accedere con uno sconto anagrafico di 1 o 2 anni a seconda del numero di figli;
lavoratrici licenziate o in crisi aziendale;
caregiver che assistono un familiare con grave disabilità;
donne con invalidità pari almeno al 74%.
L’assegno pensionistico, però, sarà calcolato interamente con il metodo contributivo, spesso meno vantaggioso. Inoltre, le finestre di uscita prevedono un’attesa di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.
E Emilio? A 63 anni e 5 mesi, con 30 anni di contributi, potrebbe valutare l’APE Sociale, pensata per chi svolge lavori usuranti, è disoccupato o assiste un familiare disabile. Anche qui, però, ci sono regole stringenti: la prestazione non è cumulabile con altri redditi da lavoro, salvo quelli da attività autonoma occasionale (sempre nel limite di 5.000 euro annui). Inoltre, per chi ha svolto mansioni gravose, il requisito contributivo sale a 36 anni.
La pensione anticipata è un sogno per molti, ma nel 2025 non è accessibile a tutti. Marta, Davide ed Emilio devono valutare con attenzione i pro e i contro di Quota 103, Opzione Donna e APE Sociale.