Legge 104 e permessi retribuiti: puoi davvero scegliere gli orari? La Cassazione sorprende con una sentenza che cambia tutto. Ecco cosa è successo ad Aniello e Francesca e cosa significa per chi assiste un familiare con disabilità.
Quando si parla di Legge 104, ci si chiede spesso quanto margine di libertà abbia il lavoratore nell’organizzare l’assistenza al familiare con disabilità. I permessi retribuiti danno diritto a tre giorni al mese, ma esistono regole precise su come e quando devono essere utilizzati?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso il dibattito e portato a una svolta che potrebbe fare la differenza nella vita di molte persone.
Prendiamo il caso di Aniello, un impiegato che ha sempre rispettato scrupolosamente le regole sui permessi 104. Un giorno, però, si trova in difficoltà: deve accompagnare sua madre a una visita medica, ma il suo turno di lavoro è nel pomeriggio e la visita è in mattinata. Può comunque usufruire del permesso? O rischia sanzioni? Dall’altro lato c’è Francesca, che usa i permessi per assistere il padre anziano, ma li organizza in modo flessibile: alcune ore la mattina, altre il pomeriggio, a seconda delle necessità. Questa flessibilità è davvero consentita? Oppure si tratta di un uso improprio del diritto?
Permessi 104: la Cassazione conferma la libertà di scelta sugli orari
Secondo l’ordinanza n. 26514 del 2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che il lavoratore può gestire l’assistenza in modo flessibile, purché sia effettiva e prevalente. Questo significa che non è obbligatorio prestare assistenza negli stessi orari in cui si sarebbe dovuto essere in ufficio. La sentenza è chiara: l’importante è che il tempo dedicato al familiare sia realmente finalizzato alla cura e al supporto.

Questo chiarimento è essenziale per chi, come Aniello e Francesca, si trova a dover conciliare impegni lavorativi e assistenza. Prima, molte aziende erano rigide nell’interpretazione della Legge 104, pretendendo che i permessi coincidessero con l’orario di lavoro. Ora, la Cassazione ha ribadito che il lavoratore ha il diritto di organizzarsi in base alle necessità del familiare assistito.
La flessibilità dei permessi 104 si traduce quindi in un’opportunità concreta per i caregiver: poter gestire le giornate senza l’ansia di un controllo eccessivo, a patto che il tempo sia speso per reali esigenze di cura.
Cosa si può fare (e cosa no) durante i permessi retribuiti?
Una delle questioni più discusse è se sia lecito svolgere altre attività personali mentre si fruisce del permesso Legge 104. La risposta della Cassazione è interessante: il lavoratore può dedicarsi anche ad attività indirettamente collegate all’assistenza.
Questo significa che non solo l’assistenza diretta (come lavare, vestire o accompagnare il familiare) è ammessa, ma anche attività come comprare farmaci, occuparsi della spesa o sbrigare pratiche burocratiche per il disabile.
Nel caso di Francesca, che una mattina accompagna il padre dal medico e poi nel pomeriggio gli prepara i pasti e sistema la casa, il suo utilizzo dei permessi 104 è perfettamente legittimo. E che dire di Aniello? Anche se si prende la mattinata libera per la visita della madre, ma poi nel pomeriggio gestisce altre necessità di cura, la sua fruizione del permesso è corretta.