Gli Stati Uniti potrebbero entrare in recessione entro i prossimi tre mesi, secondo le previsioni di BCA Research, che attribuisce una probabilità del 75% a questo scenario. Questo allarme arriva in un momento di crescente incertezza economica, con segnali di rallentamento sempre più evidenti.
I dati recenti indicano un indebolimento della crescita economica, con il tasso di apertura dei posti di lavoro tornato ai livelli pre-pandemici e un’erosione dei risparmi accumulati dalle famiglie. Inoltre, i tassi ipotecari superiori al 6% stanno avendo un impatto significativo sul mercato immobiliare, aumentando il costo del credito e limitando il potere d’acquisto dei consumatori, specialmente per le fasce di reddito medio-basse.
Le difficoltà di accesso ai finanziamenti stanno inoltre rallentando le compravendite di case, contribuendo a un clima di incertezza economica. In questo contesto, diversi analisti si chiedono se gli Stati Uniti riusciranno a evitare una recessione o se il rallentamento diventerà inevitabile.
Secondo BCA Research, le recessioni tendono a iniziare quando un’economia diventa vulnerabile e subisce uno shock esterno. In queste situazioni, si attivano cicli negativi che amplificano la pressione sulla crescita, spingendo l’economia verso una fase di contrazione. Gli Stati Uniti sembrano trovarsi in una posizione delicata, con alcuni settori economici già in difficoltà.
Un segnale chiave è arrivato dall’indicatore GDPNow della Federal Reserve di Atlanta, che ha rivisto al ribasso le previsioni per il PIL del primo trimestre 2025, passando da una crescita del 2,3% a una contrazione del 1,5%. Questa revisione è stata motivata da un calo della spesa dei consumatori, una riduzione delle esportazioni e un aumento dell’incertezza politica. Questi elementi, combinati con un indebolimento del mercato del lavoro, potrebbero accelerare la fase recessiva.
Un altro fattore critico è l’esaurimento dei risparmi accumulati durante la pandemia. Con i costi di finanziamento in aumento e un’inflazione ancora presente, i consumatori americani potrebbero ridurre la spesa, con effetti negativi sulla domanda aggregata. Anche le aziende stanno affrontando margini di profitto più ristretti e un calo della fiducia, elementi che potrebbero portare a una riduzione degli investimenti e delle assunzioni nei prossimi mesi.
Non tutti gli analisti concordano con l’ipotesi di una recessione imminente. Secondo AXA Investment Managers, l’economia statunitense potrebbe evitare una contrazione significativa e mantenere una crescita attorno al 2% nel 2025, superiore all’1,7% stimato dal consensus. Questo scenario si baserebbe su una resilienza della domanda interna e su un possibile allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve nella seconda metà dell’anno.
Tuttavia, il mercato rimane diviso tra chi prevede una recessione e chi ritiene che l’economia possa continuare a espandersi, seppur a ritmi più lenti. L’andamento dell’occupazione, dell’inflazione e delle politiche della Fed sarà determinante nei prossimi mesi. Se la banca centrale americana decidesse di tagliare i tassi di interesse, potrebbe fornire un sostegno all’economia, ma se l’inflazione dovesse tornare a salire, la stretta monetaria potrebbe proseguire, aumentando i rischi di recessione.
Gli investitori e i responsabili politici dovranno monitorare attentamente l’evoluzione dei dati economici per adattare le proprie strategie alle mutevoli condizioni di mercato. Il rischio di una contrazione dell’economia americana rimane elevato e le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno cruciali per determinare se gli USA riusciranno a evitare una recessione o meno.
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