Commissioni bancarie non dovute: quando e come chiedere il rimborso? Scopri i tuoi diritti e come recuperare le somme ingiustamente addebitate.
Molti consumatori si trovano ad affrontare commissioni bancarie addebitate senza una reale giustificazione. Spese extra, costi nascosti o addebiti poco chiari possono gravare sui conti correnti senza che il cliente ne sia pienamente consapevole, riducendo il saldo disponibile senza una reale motivazione.

Queste situazioni si verificano più spesso di quanto si possa pensare, coinvolgendo non solo utenti privati ma anche imprese e professionisti. Tuttavia, la legge offre strumenti efficaci per ottenere il rimborso e proteggere i propri diritti bancari. Fortunatamente, esistono procedure ben definite che permettono di recuperare il denaro perso, purché si conoscano le normative vigenti e si agisca tempestivamente, evitando di incorrere nella prescrizione dei termini.
Quali commissioni bancarie possono essere rimborsate?
Le commissioni bancarie non dovute sono quelle applicate in modo errato o ingiustificato dalla banca. Un esempio tipico è la Commissione di Istruttoria Veloce (CIV), spesso addebitata ai clienti in caso di sconfinamento di conto. Tuttavia, la CIV può essere considerata illegittima se applicata senza che la banca abbia svolto un’effettiva istruttoria o se viene addebitata ripetutamente per la stessa operazione.
Altri costi contestabili includono:
- Commissioni su bonifici o prelievi non eseguiti correttamente;
- Addebiti per servizi non richiesti o non attivati dal cliente;

- Spese di chiusura conto ingiustificate;
- Costi di gestione o canoni applicati in violazione delle condizioni contrattuali.
Se una di queste commissioni è stata applicata in modo irregolare, è possibile chiedere il rimborso alla banca seguendo una procedura specifica.
Come procedere per ottenere il rimborso?
Se si riscontrano commissioni non dovute, il primo passo è verificare i dettagli dell’addebito tramite l’estratto conto bancario e confrontarli con il contratto stipulato. In caso di irregolarità, è possibile seguire questi passaggi:
- Inviare un reclamo formale alla banca: è necessario scrivere una comunicazione ufficiale alla propria banca, specificando l’importo contestato e le motivazioni della richiesta di rimborso. La banca ha 30 giorni per fornire una risposta.
- Rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF): se la banca non risponde o rigetta la richiesta, è possibile inoltrare un ricorso all’ABF, un organismo indipendente che tutela i clienti nelle controversie con gli istituti di credito. Per avviare la procedura, è richiesto un contributo di 20 euro, rimborsabile in caso di esito favorevole.
- Segnalare il problema alla Banca d’Italia: anche se l’ente non interviene direttamente nei casi individuali, le segnalazioni contribuiscono a monitorare i comportamenti delle banche e, se necessario, ad avviare controlli sulle pratiche scorrette.
- Ricorrere all’azione legale: se tutte le procedure precedenti non portano a una soluzione, si può valutare l’opzione di un’azione legale con il supporto di un avvocato o di un’associazione di tutela dei consumatori.
È fondamentale ricordare che il diritto al rimborso delle commissioni non dovute si prescrive generalmente in 10 anni, quindi è consigliabile agire tempestivamente per evitare di perdere questa opportunità.