Tutti vogliono la NASpI per lavoratori stagionali, ma l’INPS gela le aspettative: ecco cosa cambia davvero

Se lavori solo per una stagione, potresti avere diritto alla NASpI, ma le nuove regole INPS cambiano le carte in tavola. Scopri cosa c’è da sapere.

Immagina di essere Nicola, cameriere ogni estate in un lido, o Rita, che raccoglie olive in autunno. Quando finisce la stagione, arriva sempre la solita domanda:

Cameriere
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“E ora?”. La disoccupazione per i lavoratori stagionali non è sempre chiara e cambia in base al settore e al tipo di contratto. Ma adesso l’INPS ha fatto nuove precisazioni e ci sono dettagli che potrebbero fare la differenza per chi, come Nicola e Rita, si ritrova senza lavoro dopo pochi mesi. Se sei anche tu in questa situazione, meglio capirci qualcosa in più.

Quali lavori stagionali danno diritto alla NASpI?

Non tutte le attività a tempo determinato sono considerate stagionali. Secondo l’INPS, per essere davvero ritenuto un lavoratore stagionale, il tuo impiego deve rientrare in specifiche categorie. La lista ufficiale è contenuta nel DPR 1525/1963, che identifica i lavori che seguono un ciclo produttivo stagionale, come il turismo e l’agricoltura.

Raccolta olive
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Ad esempio, Nicola, che lavora come cameriere in una località balneare per tre mesi all’anno, rientra in questa categoria, così come Rita, impiegata nella raccolta delle olive. Ma se Nicola fosse assunto per un evento gastronomico della durata di poche settimane, la sua attività non sarebbe considerata stagionale ai fini della NASpI.

L’INPS ha chiarito che esistono due gruppi di lavoratori stagionali: quelli inclusi nel DPR 1525/1963, che beneficiano di alcune agevolazioni contributive, e quelli individuati dalla contrattazione collettiva, che potrebbero avere condizioni diverse per il diritto alla NASpI.

Se il tuo lavoro non è nella lista ufficiale, anche se il tuo contratto è a termine e ripetuto ogni anno, potresti avere regole diverse sull’accesso all’indennità di disoccupazione. Quindi, è essenziale controllare bene in quale categoria rientri!

Contributo addizionale NASpI: quando si paga e quando si è esenti?

Un altro nodo riguarda il contributo addizionale NASpI, una somma extra che il datore di lavoro deve versare per i contratti a termine. Ma attenzione: se la tua attività è ufficialmente stagionale, il datore è esente dal pagamento di questo contributo.

Facciamo un esempio pratico:

  • Nicola lavora come cameriere stagionale in un villaggio turistico per quattro mesi e rientra nel DPR 1525/1963 → il suo datore di lavoro non paga il contributo addizionale NASpI.
  • Rita, invece, è assunta per la raccolta delle olive in una cooperativa agricola non presente nella lista ufficiale → in questo caso, il suo datore dovrà pagarlo.

Per evitare errori, l’INPS ha indicato ai datori di lavoro di compilare correttamente il sistema UniEmens, segnalando la tipologia del contratto con la lettera “S” se rientra nella categoria stagionale riconosciuta.

Se sei un lavoratore, queste regole potrebbero influenzare le tue possibilità di ottenere la NASpI e la durata dell’indennità. Capire bene il proprio inquadramento è fondamentale per evitare brutte sorprese alla fine del contratto.

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