Le criptovalute entrano ufficialmente nel sistema finanziario di Hong Kong, che ha deciso di accettarle come prova di patrimonio per il suo programma di immigrazione per investitori facoltosi. Questa mossa rafforza l’ambizione della città di diventare un hub globale per gli asset digitali e di attrarre nuovi capitali.
Hong Kong continua a distinguersi come una delle giurisdizioni più aperte all’innovazione nel settore delle valute digitali. L’ultima decisione del governo riguarda il New Capital Investment Entrant Scheme (New CIES), un programma di immigrazione per investitori che consente a individui facoltosi di ottenere la residenza dimostrando un patrimonio netto di almeno 30 milioni di dollari di Hong Kong (circa 3,8 milioni di dollari statunitensi).
Per la prima volta, il governo ha confermato che le criptovalute, tra cui Bitcoin (BTC) ed Ethereum (ETH), possono essere utilizzate come prova di ricchezza.
Il New CIES richiede ai candidati di dimostrare il possesso di un patrimonio sufficiente, che può includere asset digitali. Tuttavia, c’è una distinzione importante: mentre le criptovalute sono accettate per dimostrare la ricchezza necessaria all’ammissibilità, non possono essere utilizzate come asset di investimento per soddisfare i requisiti del programma. Dopo l’approvazione, gli investitori devono allocare i 30 milioni di HKD in categorie tradizionali, come azioni quotate in borsa, immobili o investimenti in aziende locali.
Un aspetto chiave del processo è la necessità di una certificazione ufficiale: le criptovalute devono essere valutate e convalidate da un commercialista certificato prima di essere accettate come prova patrimoniale.
Questa decisione rafforza la posizione di Hong Kong come uno dei mercati più avanzati per gli asset digitali. La città sta cercando di competere con altre piazze finanziarie come Singapore e Dubai, entrambe già attive nel settore delle criptovalute. Con questa apertura, Hong Kong mira a:
Tuttavia, va sottolineato che il programma non è aperto ai cittadini della Cina continentale, sebbene alcuni riescano a partecipare attraverso la residenza permanente in paesi terzi. Secondo i dati ufficiali, l’80% dei richiedenti del New CIES proviene da Guinea-Bissau o Vanuatu, suggerendo che molti utilizzano cittadinanze alternative per ottenere l’ammissibilità.
L’apertura di Hong Kong potrebbe avere un impatto significativo sul settore delle criptovalute. L’integrazione degli asset digitali nei processi ufficiali di immigrazione e investimento rappresenta un importante passo verso la loro adozione istituzionale.
Se la tendenza dovesse espandersi ad altre economie, le crypto potrebbero guadagnare ulteriore credibilità come asset finanziari legittimi. Inoltre, questa decisione potrebbe portare a:
Hong Kong ha già dimostrato il suo impegno nell’integrazione della blockchain e degli asset digitali, e questa nuova politica potrebbe accelerare il processo. Tuttavia, resta da vedere come evolverà la regolamentazione e se altre economie seguiranno l’esempio.
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