Patrizia dichiara 40.000 euro, Anselmo invece 87.000. Chi dei due risparmia di più sulle detrazioni fiscali? E soprattutto: si sta premiando chi paga meno tasse? La nuova Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un limite alle detrazioni fiscali, ma non per tutti.
Scopriamo cosa sta succedendo e perché chi guadagna di più potrebbe rimanere deluso. Patrizia e Anselmo hanno due redditi molto diversi, ma entrambi vogliono accedere agli sgravi fiscali previsti per la ristrutturazione edilizia.
Finora, chi spendeva di più poteva scaricare dalle tasse una quota consistente di queste spese. Ora, però, qualcosa sta cambiando. Se prima le detrazioni erano uguali per tutti, dal 2025 chi ha un reddito superiore ai 75.000 euro dovrà fare i conti con un limite massimo alle agevolazioni. Questo significa che chi guadagna di più, pur versando più tasse, potrebbe vedersi riconosciute meno detrazioni rispetto a chi dichiara un reddito inferiore. Il tutto dipenderà da fattori come il numero di figli a carico e il tipo di intervento effettuato.
A questo punto, la domanda è inevitabile: è giusto che Patrizia, con il suo reddito più basso, possa beneficiare di detrazioni più ampie rispetto ad Anselmo? E soprattutto, quanto inciderà questo tetto massimo sulle tasche dei contribuenti?
Fino a oggi, chi effettuava lavori di ristrutturazione edilizia poteva detrarre fino al 50% delle spese sostenute, con un tetto massimo fissato a 96.000 euro.
Questo sistema permetteva di abbattere notevolmente le imposte dovute, senza differenziazioni basate sul reddito. Ma la Legge di Bilancio 2025 ha deciso di rimescolare le carte: chi guadagna oltre 75.000 euro non potrà più godere dello stesso beneficio.
Il nuovo sistema introduce un plafond massimo di detrazioni che varia in base al reddito e al numero di figli a carico. Questo significa che una persona con redditi più alti vedrà ridursi gli sgravi fiscali rispetto a chi dichiara meno. In pratica, a parità di spesa, chi ha un reddito elevato recupererà meno soldi rispetto a chi ha un reddito medio-basso.
Facciamo un esempio concreto: se Patrizia e Anselmo spendessero entrambi 20.000 euro per ristrutturare casa, la prima potrebbe continuare a detrarre il 50%, mentre il secondo si troverebbe un limite ben più basso, perdendo centinaia o addirittura migliaia di euro in agevolazioni fiscali.
Ma allora, questo sistema penalizza i redditi alti? Alcuni sostengono che si tratti di una misura giusta per ridurre il divario sociale e distribuire meglio i benefici fiscali. Altri, invece, vedono questa modifica come una sorta di penalizzazione per chi già versa somme più alte al Fisco.
Se chi dichiara meno può beneficiare di sgravi fiscali più ampi rispetto a chi dichiara di più, il rischio è che alcuni contribuenti siano incentivati a ridurre artificialmente il proprio reddito dichiarato. Questo potrebbe avvenire, ad esempio, attraverso compensi in nero o altre strategie per rientrare nei parametri che consentono di accedere alle agevolazioni fiscali senza limiti.
Il paradosso è evidente: se da un lato l’obiettivo della norma è favorire chi ha un reddito inferiore, dall’altro potrebbe creare un sistema che spinge i contribuenti a cercare modi per dichiarare di meno e massimizzare il risparmio fiscale.
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