Paghi migliaia di euro per l’università mentre altri studiano gratis? Scopri come chi evade il fisco ottiene borse di studio e bonus incredibili, lasciando i contribuenti onesti senza aiuti.
Il sogno di molti genitori? Vedere i propri figli laurearsi senza troppi sacrifici economici. Ma la realtà per chi dichiara il reddito onestamente è ben diversa.
![Giovani universitari](https://www.crypto.it/wp-content/uploads/2025/02/Ragazzi-universitari-crypto.it-20250215.jpg)
Mentre alcune famiglie pagano fino a 5.000 euro l’anno di tasse universitarie, altre – grazie a un ISEE “strategico” – studiano quasi gratis, ricevono borse di studio e hanno accesso a sconti sulle bollette e trasporti.
È un problema che riguarda tanti: chi segue le regole si ritrova a pagare il massimo della contribuzione, mentre chi dichiara meno del dovuto ottiene aiuti statali. Non si tratta solo di qualche centinaio di euro: il divario tra le due situazioni è impressionante.
Ma cosa significa davvero avere un ISEE alto e dichiarare tutto? E cosa succede a chi invece sfrutta ogni scappatoia possibile? Vediamo le differenze con alcuni esempi concreti.
Le famiglie oneste parlano
“Mi chiamo Marco e mio figlio studia ingegneria al Politecnico. Noi abbiamo un ISEE di 50.000 euro perché io e mia moglie lavoriamo e dichiariamo tutto. Ogni anno paghiamo circa 4.000 euro solo di tasse universitarie, senza contare l’affitto e le spese per i libri. È una somma enorme, ma non possiamo fare altro che stringere la cinghia. Il problema? Conosco genitori che guadagnano quanto me o più, ma dichiarano meno e ottengono sconti su tutto. Non è giusto: perché chi segue le regole deve pagare per tutti?”
![Studenti universitari](https://www.crypto.it/wp-content/uploads/2025/02/Tasse-universitarie-crypto.it-20250215.jpg)
Anna, madre di due figli universitari, racconta: “Abbiamo un ISEE di 60.000 euro e ogni anno versiamo migliaia di euro per l’università. Nessun aiuto, nessuna borsa di studio, nessun sconto. Mi sento presa in giro quando scopro che alcuni amici con attività in proprio dichiarano cifre ridicole e ottengono tutto gratis. Noi lavoriamo duro e paghiamo, mentre altri fanno i furbi e vengono premiati. Il sistema dovrebbe essere più equo!”
Gli evasori fiscali dicono la loro
“Io mi chiamo Luca e ho trovato il modo di far studiare mia figlia quasi gratis. Ho un’attività in proprio e, grazie a un bravo commercialista, il nostro ISEE è di appena 15.000 euro. In realtà guadagniamo molto di più, ma ufficialmente risultiamo quasi nullatenenti. Così mia figlia non paga tasse universitarie, ha la mensa scontata e riceve anche una borsa di studio. Se il sistema lo permette, perché non approfittarne? Gli altri pagano, io risparmio: semplice.”
Sara, altra “beneficiaria” del sistema, racconta: “Noi dichiariamo meno di 20.000 euro grazie a qualche trucchetto legale. Risultiamo idonei per agevolazioni di ogni tipo: tasse universitarie minime, alloggio scontato e perfino bonus sulle bollette. Lo Stato aiuta chi ha bisogno? Meglio, aiuta chi sa come muoversi. Non mi sento in colpa, anzi: se gli altri non lo fanno, peggio per loro.”
Questa situazione solleva una domanda importante: è giusto un sistema che premia i furbi e penalizza gli onesti? Non sarebbe più equo applicare controlli fiscali più rigorosi, magari incrociando dati bancari e spese effettive per individuare i furbetti dell’ISEE?
Per ora, chi evade continua a vincere. E chi segue le regole? Continua a pagare per tutti.