Antonio ha scelto i BTP per la sicurezza, ma ha rinunciato a guadagni incredibili. Scopri quanto ha perso rispetto a chi ha puntato sulle azioni e perché questa scelta potrebbe costarti caro.
Antonio ha sempre pensato che la prudenza fosse la chiave del successo negli investimenti. “Meglio guadagnare poco, ma sicuro”, ripeteva ogni volta che qualcuno gli parlava di mercati azionari.
Così, ha deciso di mettere i suoi risparmi nei BTP, convinto che fosse la scelta più saggia per proteggere il suo capitale.
Ma è davvero così? Gli investimenti a basso rischio come i titoli di Stato garantiscono stabilità, ma spesso nascondono un costo invisibile: la perdita di opportunità. Negli ultimi vent’anni, mentre Antonio vedeva crescere i suoi risparmi lentamente, chi ha investito in azioni ha visto il proprio capitale moltiplicarsi.
Questa storia potrebbe riguardare anche te. Se ti sei mai chiesto se valga la pena scegliere la sicurezza dei BTP invece della crescita potenziale del mercato azionario, continua a leggere: i numeri potrebbero sorprenderti.
Chi sceglie di investire in BTP lo fa perché cerca stabilità e minori rischi. I titoli di Stato italiani offrono oggi un rendimento annuo intorno al 3-4%, con una tassazione agevolata del 12,5% sulle plusvalenze. Questo significa che, al netto delle tasse, il guadagno effettivo è inferiore rispetto a quello lordo. Inoltre, i BTP hanno una caratteristica fondamentale: sono molto meno volatili rispetto ai mercati azionari, rendendoli una scelta popolare per chi teme le oscillazioni del mercato.
Dall’altra parte, però, ci sono le azioni, che storicamente hanno registrato rendimenti medi annui tra il 7% e il 10%, grazie anche al reinvestimento dei dividendi. Non è tutto oro quello che luccica: i mercati finanziari sono più volatili e i guadagni sono tassati al 26%, ma nel lungo periodo il vantaggio rispetto ai BTP è schiacciante.
Se Antonio avesse scelto di investire in azioni anziché in BTP, oggi si troverebbe con un capitale molto più consistente. Ma di quanto parliamo? Vediamolo con i numeri.
Facciamo un esempio concreto. Supponiamo che Antonio abbia investito 10.000€ e abbia deciso di lasciarli crescere per 20 anni. Consideriamo due scenari:
Investimento in BTP: rendimento medio annuo netto del 3,5%. Dopo 20 anni, Antonio si ritroverebbe con 19.898€.
Investimento in azioni: rendimento medio annuo netto dell’8%. Dopo 20 anni, il capitale salirebbe a 46.610€.
La differenza è enorme: 26.712€ in meno per aver scelto i BTP! Antonio, nel tentativo di evitare i rischi, ha perso quasi tre volte il guadagno che avrebbe ottenuto con il mercato azionario.
Certo, investire in azioni significa affrontare periodi di alti e bassi, ma storicamente il mercato ha sempre premiato chi ha avuto la pazienza di mantenere gli investimenti a lungo termine. I BTP, invece, pur offrendo maggiore sicurezza, limitano enormemente il potenziale di crescita del capitale.
Allora, vale davvero la pena sacrificare migliaia di euro per dormire sonni tranquilli? Oppure conviene accettare un po’ di volatilità e puntare su rendimenti più alti?
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