L’INPS può chiedere la restituzione delle pensioni non dovute? Ecco cosa dice la legge e quali sono i diritti dei pensionati.
Molti pensionati ricevono comunicazioni dall’INPS con richieste di restituzione di somme percepite indebitamente. Ma è sempre obbligatorio restituire questi importi? La normativa prevede eccezioni che tutelano i pensionati in buona fede, ed è essenziale conoscere i propri diritti per affrontare eventuali richieste di rimborso.
L’errore può dipendere dall’ente stesso o da dichiarazioni errate del pensionato. Comprendere quando l’INPS può chiedere la restituzione delle pensioni e cosa dice la Corte di Cassazione è fondamentale.
L’INPS può recuperare importi non dovuti, ma la restituzione non è sempre automatica. Secondo l’articolo 52 della Legge n. 88/1989, se il pagamento errato è dovuto a un errore dell’INPS e il pensionato è in buona fede, l’importo non è ripetibile. In altre parole, se l’errore è dell’ente, il pensionato non è obbligato a restituire il denaro.
Se, invece, l’indebita percezione deriva da dichiarazioni false o omissioni del pensionato, l’INPS può avviare il recupero delle somme. La differenza tra errore amministrativo e dolo è cruciale.
La Corte di Cassazione ha chiarito che l’INPS deve rispettare la buona fede del pensionato. Se quest’ultimo ha fatto affidamento sulla correttezza dell’ente, potrebbe non dover restituire nulla.
In alcuni casi, l’INPS concede la possibilità di rateizzare il pagamento, specialmente quando la somma richiesta è elevata e potrebbe causare difficoltà economiche al pensionato. È importante sapere che esistono strumenti di tutela per chi si trova in questa situazione.
Se l’INPS chiede la restituzione di somme, il pensionato deve verificare le motivazioni. È importante controllare che:
Se si ritiene la richiesta ingiustificata, si può fare ricorso. Il primo passo è presentare un’istanza di autotutela all’INPS. Se l’ente la respinge, si può ricorrere al Giudice del Lavoro, che valuterà la legittimità della richiesta.
Un altro aspetto da considerare è il termine per la richiesta di restituzione. L’INPS non può chiedere il rimborso senza limiti di tempo: esistono delle scadenze legali oltre le quali la richiesta potrebbe non essere più valida.
Se il rimborso è inevitabile, il pensionato può chiedere una rateizzazione dell’importo per ridurre l’impatto economico. In alternativa, potrebbe essere possibile dimostrare l’indisponibilità economica e ottenere una riduzione dell’importo dovuto.
Conoscere i propri diritti è essenziale per gestire richieste di rimborso. L’INPS può richiedere somme non dovute, ma solo rispettando la legge. Prima di restituire importi, è consigliabile consultare un consulente previdenziale o un avvocato specializzato. Essere informati permette di evitare errori e proteggere i propri interessi.
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