Gennaio, il mese dei buoni propositi e… delle scadenze fiscali! C’è un obbligo, spesso trascurato, che riguarda la trasmissione delle spese sanitarie al Sistema Tessera Sanitaria. Un adempimento fondamentale per chi vuole sfruttare al meglio le detrazioni fiscali. Ma cosa succede se ci si dimentica?
Se hai mai avuto dubbi su come le tue spese mediche influenzano la dichiarazione dei redditi, sei nel posto giusto.
Ti spieghiamo tutto con semplicità e casi concreti, per evitare errori che possono costarti caro.
Cos’è il Sistema Tessera Sanitaria e perché è importante
Il Sistema Tessera Sanitaria (Sistema TS) è una piattaforma gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che raccoglie le informazioni sulle spese sanitarie sostenute dai cittadini. Questo sistema permette all’Agenzia delle Entrate di precompilare le dichiarazioni dei redditi, come il Modello 730, semplificando la vita ai contribuenti.
Ma chi è obbligato a inviare i dati? L’elenco è lungo: medici, odontoiatri, farmacie, parafarmacie, psicologi, ottici e tante altre categorie. Ogni struttura sanitaria, pubblica o privata accreditata, deve trasmettere le spese dei propri pazienti. Anche le strutture non accreditate, ma autorizzate dalle Regioni, rientrano nell’obbligo.
Se, ad esempio, vai dal dentista a luglio e in farmacia a novembre, entrambi devono trasmettere i dati delle tue spese entro la scadenza del 31 gennaio per il secondo semestre dell’anno precedente.
Cosa bisogna trasmettere?
Ogni comunicazione include informazioni precise e dettagliate:
Tipo di spesa: Visita medica, acquisto di farmaci, dispositivi medici;
Importo: Il totale pagato, con eventuali aliquote IVA;
Modalità di pagamento: Contante o tracciabile (es. bancomat, bonifico);
Codice fiscale del paziente: Per associare le spese alla persona corretta.
Questi dati sono essenziali per calcolare correttamente la detrazione fiscale del 19%, applicabile alla parte di spesa che supera la franchigia di 129,11 euro. Ad esempio, se hai speso 500 euro, puoi detrarre il 19% di 370,89 euro.
Scadenze e sanzioni
Fino a pochi anni fa, la comunicazione delle spese sanitarie era annuale. Ora è semestrale, e la scadenza di gennaio riguarda il periodo luglio-dicembre dell’anno precedente. Questo significa che gli operatori sanitari devono inviare i dati del secondo semestre entro il 31 gennaio.
Cosa succede se non rispettano la scadenza? Si rischiano sanzioni amministrative:
100 euro per ogni comunicazione omessa o errata, fino a un massimo di 50.000 euro all’anno;
La sanzione si riduce a 33,33 euro per errore se la correzione avviene entro 5 giorni.
Esempio concreto: un farmacista dimentica di inviare i dati di dieci pazienti. Se non corregge entro cinque giorni, rischia una multa di 1.000 euro.
Non tutte le spese devono essere comunicate. Ad esempio, un paziente può richiedere di non trasmettere alcune spese per motivi di privacy. Questo avviene spesso per prestazioni come psicoterapia o visite ginecologiche. In questi casi, il contribuente dovrà inserire manualmente i dati nella dichiarazione dei redditi.
La corretta trasmissione delle spese sanitarie è cruciale per evitare problemi nella dichiarazione precompilata. Un errore o un’omissione possono tradursi in mancate detrazioni o, peggio, in accertamenti fiscali. Per questo, medici, farmacisti e strutture sanitarie devono prestare la massima attenzione a rispettare tempi e modalità.
Se sei un contribuente, è utile verificare che tutte le tue spese siano state correttamente registrate. Un semplice controllo può fare la differenza tra un rimborso fiscale o un’amara sorpresa