In pensione prima con 16 mesi di contributi figurativi e altre agevolazioni per le lavoratrici madri

Un recente intervento nella Legge di Bilancio 2025 ha rivoluzionato un aspetto cruciale della previdenza, valorizzando il lavoro e il ruolo delle madri. Con una misura inedita, l’ accredito figurativo diventa uno strumento ancora più vantaggioso, portando benefici concreti e inaspettati.  

La maternità è un periodo speciale ma spesso complicato, soprattutto per chi deve conciliare lavoro, famiglia e prospettive future. Negli ultimi anni si è parlato tanto di come il sistema pensionistico italiano possa sostenere le lavoratrici madri, ma solo con questa nuova legge si è fatto un passo concreto per riconoscere il loro contributo sociale.

Mamma che lavora con figlio in braccio
Fino a 16 mesi di contributi figurativi e agevolazioni per le lavoratrici madri-crypto.it

Non si tratta di un semplice incentivo, ma di una vera e propria rivoluzione: uno strumento che potrebbe alleggerire il peso di chi lavora e cresce i figli contemporaneamente. Una piccola grande novità che, nei numeri, rappresenta molto di più di quanto si possa immaginare.

Cosa significa il potenziamento del bonus mamme?

La Legge di Bilancio 2025 ha portato il massimo accredito figurativo per le madri lavoratrici da 12 a 16 mesi, con un riconoscimento di 4 mesi per ogni figlio. Questo permette alle mamme di accelerare il percorso verso la pensione, recuperando anni preziosi ai fini contributivi. Ad esempio, una madre con due figli accumula ben 8 mesi di contributi, mentre chi ha tre figli o più può ottenere il massimo beneficio di 16 mesi. Questo sistema riconosce il valore del doppio impegno lavorativo e familiare, consentendo alle donne di bilanciare meglio la loro carriera con le esigenze della famiglia.

Donna al lavoro davanti a un computer
Cosa significa il potenziamento del bonus mamme-crypto.it

Ma chi può usufruire di questa novità? La misura è dedicata alle lavoratrici il cui assegno pensionistico è calcolato interamente con il sistema contributivo, ossia a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. tuttavia, c’è una possibilità anche per chi ha contributi precedenti a questa data: optando per il sistema contributivo previsto dalla normativa, si può accedere al beneficio, migliorando le proprie condizioni pensionistiche.

Un caso concreto? Immaginiamo una madre che ha iniziato a lavorare nel 1994 e ha oggi due figli. Optando per il nuovo sistema, potrebbe anticipare la pensione di otto mesi oppure scegliere un coefficiente di trasformazione più favorevole, aumentando così il valore della sua pensione.

Flessibilità e riconoscimento per le lavoratrici madri

Un aspetto fondamentale di questa misura è la possibilità di scegliere come sfruttare i contributi figurativi. Le madri possono infatti decidere di anticipare l’età pensionabile o di applicare un coefficiente di trasformazione più vantaggioso al calcolo della pensione. Nel primo caso, si riducono i tempi per accedere alla pensione, offrendo un’opportunità preziosa a chi vuole uscire prima dal mondo del lavoro. Nel secondo, si migliora l’importo dell’assegno mensile, garantendo una maggiore stabilità economica nel lungo termine.

Facciamo un altro esempio concreto: una madre con tre figli potrebbe anticipare l’uscita dal lavoro di due anni, oppure godere di un incremento nel calcolo del suo assegno pensionistico. Questa flessibilità permette alle donne di adattare il beneficio alle proprie esigenze personali e familiari, offrendo una soluzione pratica e personalizzabile.

Oltre all’aspetto economico, questa misura rappresenta un riconoscimento sociale per tutte le madri che, oltre a lavorare, svolgono un ruolo cruciale nella crescita e nell’educazione dei figli.

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