Addio detrazioni per i ‘mammoni’: stop agli sgravi fiscali per figli a carico oltre i 30 anni

La Legge di Bilancio 2025 introduce novità importanti sulle detrazioni IRPEF per i figli a carico, ridefinendo i criteri per beneficiare di questi sconti fiscali. Se hai figli che si avvicinano ai 30 anni, questa riforma potrebbe riguardarti da vicino.

Ecco cosa cambia e come questa nuova misura si intreccia con l’Assegno Unico, garantendo comunque supporto alle famiglie in situazioni particolari.

Mamma con figlio
Addio detrazioni per i ‘mammoni’

Molte famiglie italiane si affidano alle detrazioni fiscali per alleggerire le spese legate al mantenimento dei figli. Tuttavia, dal 2025 ci saranno importanti modifiche a queste agevolazioni, pensate per razionalizzare il sistema e concentrare il supporto economico laddove è più necessario. La misura è parte di una strategia più ampia per ottimizzare le risorse pubbliche, ma comporterà alcune rinunce per chi ha figli ormai adulti. Se da un lato si introducono limiti più rigidi, dall’altro si garantisce un sostegno incondizionato alle famiglie con figli disabili, confermando una priorità verso le situazioni di maggiore fragilità.

Stop alle detrazioni fiscali oltre i 30 anni

Dal 2025, le detrazioni IRPEF per figli a carico non saranno più disponibili per coloro che hanno superato i 30 anni di età. Questo significa che i genitori non potranno più beneficiare di agevolazioni per figli fiscalmente dipendenti una volta compiuti i 30 anni (oltre 29 anni e 364 giorni). La misura rappresenta un cambiamento significativo nella politica di supporto alle famiglie, indirizzando le risorse verso i nuclei con figli più giovani, ritenuti generalmente più bisognosi di sostegno economico.

Uomo felice
Stop alle detrazioni fiscali oltre i 30 anni-crypto.it

La riforma intende inoltre rafforzare il ruolo dell’Assegno Unico Universale, già attivo per figli fino a 21 anni e per alcune categorie specifiche. Il limite di età per le detrazioni mira a evitare duplicazioni e a creare un sistema più efficiente. Tuttavia, le famiglie con figli prossimi ai 30 anni potrebbero risentirne, soprattutto se questi non hanno ancora raggiunto una piena indipendenza economica.

Un’eccezione importante è rappresentata dai figli con disabilità riconosciuta ai sensi della Legge 104/1992. In questi casi, le detrazioni continuano senza limiti di età, sottolineando l’importanza di garantire supporto economico costante a chi affronta costi più elevati per cura e assistenza. La riforma, quindi, cerca un equilibrio tra razionalizzazione delle risorse e solidarietà verso le situazioni di maggiore fragilità.

Coordinamento con l’Assegno Unico e i limiti di reddito

Un altro punto chiave della riforma è il coordinamento tra le detrazioni fiscali e l’Assegno Unico Universale, che ha già semplificato molte misure a favore delle famiglie. Questo strumento offre un sostegno finanziario più strutturato, applicabile ai figli fino a 21 anni o oltre in caso di disabilità. Con l’eliminazione delle detrazioni oltre i 30 anni, l’Assegno Unico assume un ruolo ancora più centrale.

Restano invariati i limiti di reddito per considerare un figlio fiscalmente a carico: 4.000 euro per i figli fino a 24 anni e 2.840,51 euro per i figli di età superiore. Ciò significa che le famiglie dovranno continuare a monitorare con attenzione la situazione economica dei propri figli per beneficiare di eventuali agevolazioni. Il sistema, pur con alcuni cambiamenti, punta a mantenere un sostegno equilibrato per le fasce di popolazione più vulnerabili, senza dimenticare le situazioni particolari. La riforma delle detrazioni è un passo verso un sistema fiscale più sostenibile, ma solleva interrogativi su come le famiglie possono adattarsi a queste novità.

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